Viaggio d'inverno
Desertica è questa landa e mai non finirà
Di effonder la sua collera
Questa tormenta che mi lacera
E intanto scende caldo il pianto
Scioglie il manto bianco e mi domando
"Ma dov'è che va, la neve che si scioglie dove va?"
Ecco lontano un villaggio
Dove cercare rifugio
Già vedo un giaciglio caldo
Dove scappare in un sogno
Busso ad una porta, apre una donna
"Non lasciarmi fuori, non lo senti il freddo che fa?
Vengo da terre molto lontane
Ed è una misteriosa fame che mi costringe a vagar
Vengo da valli in cui lo scintillio dell'erba
Rende il cielo madreperla e regna l'immobilità
E quando viene sera si riflette il rosso sopra la brughiera
Dolce, giammai severa, scende ambrosia che rinnova l'anima
Dammi ospitalità fin quando l'alba verrà"
Fuori c'è la neve, scende piano, lieve, lieve
E si combina e gioca con il vento
La stanza è in penombra e il suono del camino adorna il silenzio
E intanto mi addormento
Mi rilascia il corpo e scivolo in un ricordo
E come vortice al passato attengo
E una donna adesso morta in sogno mi apre ancor la porta
E mi dice: "Il pranzo è pronto in tempo"
Ora, ben più di allora, ho il desiderio di vederti ancora
Brucia nella memoria - (e mai non va) -
Calore che scalda la tua tomba marmorea
Sfuggo dall'agguato ma rimango intrappolato
In un passato 'sta volta recente
Il fruscio della finestra evoca la crudele brezza
Di quell'ultima tua festa a cui ero assente
Ma dimmi saggio, che nulla ignori
Vediamo se riesci a contare i miei errori
Io conto i giorni sui giorni uguali
Distinti solo dai numeri e i calendari
Desertica e maledetta l'alba è già qua
E tocca ancora camminar
E non c'è meta che mi sazierà
Ti prego scendi pianto caldo
Smetti solo quando sciolto il manto
Dal suolo apparirà
Un fiore cresciuto nelle avversità
Ma dove va, la neve che si scioglie dove va?
E dove va la vita che finisce dove va?
Di effonder la sua collera
Questa tormenta che mi lacera
E intanto scende caldo il pianto
Scioglie il manto bianco e mi domando
"Ma dov'è che va, la neve che si scioglie dove va?"
Ecco lontano un villaggio
Dove cercare rifugio
Già vedo un giaciglio caldo
Dove scappare in un sogno
Busso ad una porta, apre una donna
"Non lasciarmi fuori, non lo senti il freddo che fa?
Vengo da terre molto lontane
Ed è una misteriosa fame che mi costringe a vagar
Vengo da valli in cui lo scintillio dell'erba
Rende il cielo madreperla e regna l'immobilità
E quando viene sera si riflette il rosso sopra la brughiera
Dolce, giammai severa, scende ambrosia che rinnova l'anima
Dammi ospitalità fin quando l'alba verrà"
Fuori c'è la neve, scende piano, lieve, lieve
E si combina e gioca con il vento
La stanza è in penombra e il suono del camino adorna il silenzio
E intanto mi addormento
Mi rilascia il corpo e scivolo in un ricordo
E come vortice al passato attengo
E una donna adesso morta in sogno mi apre ancor la porta
E mi dice: "Il pranzo è pronto in tempo"
Ora, ben più di allora, ho il desiderio di vederti ancora
Brucia nella memoria - (e mai non va) -
Calore che scalda la tua tomba marmorea
Sfuggo dall'agguato ma rimango intrappolato
In un passato 'sta volta recente
Il fruscio della finestra evoca la crudele brezza
Di quell'ultima tua festa a cui ero assente
Ma dimmi saggio, che nulla ignori
Vediamo se riesci a contare i miei errori
Io conto i giorni sui giorni uguali
Distinti solo dai numeri e i calendari
Desertica e maledetta l'alba è già qua
E tocca ancora camminar
E non c'è meta che mi sazierà
Ti prego scendi pianto caldo
Smetti solo quando sciolto il manto
Dal suolo apparirà
Un fiore cresciuto nelle avversità
Ma dove va, la neve che si scioglie dove va?
E dove va la vita che finisce dove va?
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