Prima di tutto ho inventato Me stesso
Ho lavorato per sei giorni di fila, un inferno
Finalmente il settimo mi sono riposato
Ho creato le stelle, il mondo e la natura
Ho disegnato geografia, montagne e pianura
Poi la vita cominciando dalla cellula
Poi via dicendo, la capra, la pecora, per fare tessere la tela
Ho fatto evolvere la scimmia, le ho messo in mano una mela
Ho catalogato le virtù, un po' di intelligenza
L'ho messa anche nell'uomo e ho creato la scienza
E lui ha pensato bene che poi tutto quanto il creato
Non bastasse a soddisfare un desiderio innato
Di tendere ahimé al benessere eterno, mai appagato
Così mi ha reinventato in tutte le salse, solo, in gruppo, potente o punitore
Dettatore autoreferenziale, con il vecchio supervisore, con il nuovo testamento
Con la barba bianca e lunga o pelato, con il doppio mento
Ma sembra che nemmeno il mio aspetto antropomorfizzato
Stia bastando a soddisfare un desiderio innato
Di tendere ahimé al benessere eterno, mai appagato
E così ha inventato un po' di cose per autogestirsi
Il cappello, il cappuccio e l'ombrello per coprirsi
Poi la doccia per rinfrescarsi
Ha bucato l'ozono e la sua estinzione
L'ha delegata ai Maya e alla superstizione
Ha colato il cemento che era armato
E poi tante associazioni che hanno negoziato
Ha inventato gomma, bianchetto e cancellino e continua tutti i giorni a sbagliare
Con la sua grafia da prima elementare scrive male, così può meglio reinterpretare
Ma sembra che nemmeno questo suo creato
Stia bastando a soddisfare un desiderio innato
Di tendere ahimé al benessere eterno, mai appagato
E così hai messo in dubbio le mie disposizioni
E dall'ottavo giorno cambi le impostazioni
Provi, sposti tutto, un lavoro già da tempo terminato
Ma non ascolti le parole di un padre tanto amato
Che il bene per un figlio non è l'eccellenza
Ma colmare le lacune dell'inesperienza
Ed io che sono il padre di me stesso l'ho imparato
Ma tu non vuoi capire, della vita innamorato
E tendi al benessere eterno e appagato
E adesso cerchi una cura alla mia più grande creazione
Ma l'infinito dura tanto ed è solo frustrazione
Che non esiste cura alla mia migliore invenzione
È proprio la moralità (la mortalità)
È proprio la moralità (la mortalità)
È proprio la moralità, la giusta guarigione
Finalmente il settimo mi sono riposato
Ho creato le stelle, il mondo e la natura
Ho disegnato geografia, montagne e pianura
Poi la vita cominciando dalla cellula
Poi via dicendo, la capra, la pecora, per fare tessere la tela
Ho fatto evolvere la scimmia, le ho messo in mano una mela
Ho catalogato le virtù, un po' di intelligenza
L'ho messa anche nell'uomo e ho creato la scienza
E lui ha pensato bene che poi tutto quanto il creato
Non bastasse a soddisfare un desiderio innato
Di tendere ahimé al benessere eterno, mai appagato
Così mi ha reinventato in tutte le salse, solo, in gruppo, potente o punitore
Dettatore autoreferenziale, con il vecchio supervisore, con il nuovo testamento
Con la barba bianca e lunga o pelato, con il doppio mento
Ma sembra che nemmeno il mio aspetto antropomorfizzato
Stia bastando a soddisfare un desiderio innato
Di tendere ahimé al benessere eterno, mai appagato
E così ha inventato un po' di cose per autogestirsi
Il cappello, il cappuccio e l'ombrello per coprirsi
Poi la doccia per rinfrescarsi
Ha bucato l'ozono e la sua estinzione
L'ha delegata ai Maya e alla superstizione
Ha colato il cemento che era armato
E poi tante associazioni che hanno negoziato
Ha inventato gomma, bianchetto e cancellino e continua tutti i giorni a sbagliare
Con la sua grafia da prima elementare scrive male, così può meglio reinterpretare
Ma sembra che nemmeno questo suo creato
Stia bastando a soddisfare un desiderio innato
Di tendere ahimé al benessere eterno, mai appagato
E così hai messo in dubbio le mie disposizioni
E dall'ottavo giorno cambi le impostazioni
Provi, sposti tutto, un lavoro già da tempo terminato
Ma non ascolti le parole di un padre tanto amato
Che il bene per un figlio non è l'eccellenza
Ma colmare le lacune dell'inesperienza
Ed io che sono il padre di me stesso l'ho imparato
Ma tu non vuoi capire, della vita innamorato
E tendi al benessere eterno e appagato
E adesso cerchi una cura alla mia più grande creazione
Ma l'infinito dura tanto ed è solo frustrazione
Che non esiste cura alla mia migliore invenzione
È proprio la moralità (la mortalità)
È proprio la moralità (la mortalità)
È proprio la moralità, la giusta guarigione
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