Per la scala del solaio

Lasciava il piano terreno il magazzino l'ufficio
La scrivania il panno verde rosa d'inchiostro
I libri contabili il telefono grigio a
rotella coi tasti uno bianco uno rosso
Lasciava il piano abitativo primo il soggiorno col finto camino
La carta da muro rombi d'arancio
La sala degli ospiti chiusa nel buio
L'appendiabiti in legno barocco e velluto amaranto
Per la scala del solaio
Il cigolio della porta in truciolato opaco
era il passo al budello che non vide mai luce
Tranne il lampo della torcia a pila oppure
Alla cieca scrutammo nel palmo il ruvido al tatto
Passi quattro poi destra poi quattro poi destra poi sei
Dalla stanza dell'arcolaio tessuto del ragno
Zitto e i suoi passi tra ingombri di armadi e
vecchi bauli con dentro corredi e ricami tarlati
Trapassando nel buio di una lampada
nuda appesa al suo impianto di fortuna
E alla finestra oscura del vacuo
Un velo inutile mai gettato
È buono per dopo
Nudo superfluo e stipato
Alla fine sbadata di un giorno
E in debito cronico di sonno
La scala del solaio
Da quando fu florido a quando non resse più la testa sul collo
Tutto quello che gli serviva davvero dal mondo
Un angolo sudicio e tutta una notte dilatarsi nel caos
È la scala del solaio
E ciao



Credits
Writer(s): Giovanni Giuseppe Succi
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