Il piave mormoro : 24 maggio

Il piave mormorava calmo e placido al passaggio
Dei primi fanti il 24 maggio
L'esercito marciava per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera

Muti passarono quella notte i fanti
Tacere bisognava, e andare avanti

S'udiva, intanto, dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar de l'onde
Era un presagio dolce e lusinghiero
Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero"

Ma in una notte trista si parlò di un fosco evento
E il Piave udiva l'ira e lo sgomento
Ahi, quanta gente ha vista venir giù, lasciare il tetto
Poiché il nemico irruppe a Caporetto

Profughi ovunque dai lontani monti
Venivano a gremir tutti i suoi ponti

S'udiva, allor, dalle violate sponde
Sommesso e triste il mormorio de l'onde
Come un singhiozzo in quell'autunno nero
Il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero"

E ritornò il nemico per l'orgoglio, per la fame
Volea sfogare tutte le sue brame
Vedeva il piano aprico, di lassù: voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allora

"No" disse il Piave, "No" dissero i fanti
"Mai più il nemico faccia un passo avanti"

E si vide il Piave rigonfiar le sponde
E come i fanti combattevan le onde
Rosso del sangue del nemico altero
Il Piave comandò: "Indietro va, straniero"

Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
E la Vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico: tra le schiere furon visti risorgere
Oberdan, Sauro, Battisti

Infranse, alfin, l'italico valore
Le forche, l'armi dell'impiccatore

Sicure l'Alpi, libere le sponde
E tacque il Piave: si placaron le onde
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi
La Pace non trovò né oppressi, né stranieri



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Writer(s): Public Domain
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