Fango
Questa canzone racconta la storia di uno che era giù, era molto giù
E credo che più giù di così non si possa essere
E infatti Fango ebbe un padre negro e una madre pellerossa
L'una e l'altro lo lasciarono davanti a un portone
Era l'università di Heidelberg o forse di Jena, non so
E un leggio ebbe per culla ed un libro per la cena
Quando fu più grandicello fece un salto a Leningrado
E si mise a lavorare in una fabbrica di sogni
Lui, lui voleva fare un uovo, un uovo tutto rosso e levigato
In programma erano cubi con lo stemma dello Stato
Sopra il muro di Berlino se ne stette appollaiato
Aspettando che passasse un editore di memorie
Passò invece una ragazza con un mitra fra le braccia
Lui le sparse del profumo sui capelli, sulla faccia
Quando arrivò in America, lo beccarono all'istante
Lo accusarono d'aver ucciso ben sette presidenti
Fango conservò la calma, disse, "Io non c'entro niente
Ho ammazzato i re di Roma, sì, i re di Roma solamente"
E così lo torturarono con i ferri, con i vetri
Con i fili, con il gas, con gli strumenti più segreti
Ma lui continuò a sorridere e sparì tutto d'un tratto
Perché Fango non smentisce la sua anima di spettro
Ora Fango è per la strada, lungo i muri e nei quartieri
Nelle culle dei bambini dorme, non si fa vedere
Ma tu senti il suo calore sulla punta delle dita
Fango nasce nel tuo corpo e trasforma la tua vita
E credo che più giù di così non si possa essere
E infatti Fango ebbe un padre negro e una madre pellerossa
L'una e l'altro lo lasciarono davanti a un portone
Era l'università di Heidelberg o forse di Jena, non so
E un leggio ebbe per culla ed un libro per la cena
Quando fu più grandicello fece un salto a Leningrado
E si mise a lavorare in una fabbrica di sogni
Lui, lui voleva fare un uovo, un uovo tutto rosso e levigato
In programma erano cubi con lo stemma dello Stato
Sopra il muro di Berlino se ne stette appollaiato
Aspettando che passasse un editore di memorie
Passò invece una ragazza con un mitra fra le braccia
Lui le sparse del profumo sui capelli, sulla faccia
Quando arrivò in America, lo beccarono all'istante
Lo accusarono d'aver ucciso ben sette presidenti
Fango conservò la calma, disse, "Io non c'entro niente
Ho ammazzato i re di Roma, sì, i re di Roma solamente"
E così lo torturarono con i ferri, con i vetri
Con i fili, con il gas, con gli strumenti più segreti
Ma lui continuò a sorridere e sparì tutto d'un tratto
Perché Fango non smentisce la sua anima di spettro
Ora Fango è per la strada, lungo i muri e nei quartieri
Nelle culle dei bambini dorme, non si fa vedere
Ma tu senti il suo calore sulla punta delle dita
Fango nasce nel tuo corpo e trasforma la tua vita
Credits
Writer(s): Riccardo Sanna, Gianfranco Manfredi
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