Michel - 2001 Digital Remaster
Ti ricordi, Michel dei nostri pantaloni
corti, delle tue gambe lunghe magre e forti
e della rabbia che mi davano correndo
tutti i giorni un po' più svelte delle mie.
Ti ricordi,
Michel dei nostri soldatini morti, nella difesa eroica dei bastioni e
seppelliti in una siepe con onori militari inventati lì per lì.
Ti ricordi,
Michel del banco nero in terza fila, che ascoltò tutte le risate, di
due bambini che vivevano in un sogno che non si ripeterà.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi,
Michel che a me piaceva Garibaldi, ma tu dicevi che era un buffone e
che senz'altro non poteva sostenere il confronto con il tuo Napoleone.
Ti ricordi, Michel di come ti prendevo in
giro, per l'erre moscia che ti era rimasta,
solo ricordo della Francia e della
tua prima casa, dei tuoi amici di lassù.
Ti ricordi,
Michel di come era esclusiva la tenerezza che ci univa, e accompagnò
la nostra infanzia fino ai giorni della nuova realtà.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel di come a me
dispiaceva, quando parlavi sempre di ragazze e delle
voglie che avevi con due occhi un po' sottili che non conoscevo più.
Ti ricordi,
Michel di quando i mei capelli
corti, ti davano fastidio e dicevi, che
se non la piantavo di fare il
bambino tu con me non ci saresti uscito più.
Ti ricordi,
Michel quel giorno che facemmo a pugni tornando a casa dalla scuola,
con la cartella appogiata a una colonna a due passi dal palto.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi,
Michel il giorno che morì tua madre, che tu piangevi tanto che anche
il cane che ti voleva così bene non
aveva il coraggio di avvicinarsi un po'.
Ti ricordi,
Michel che tristi erano quei giorni, io non sapevo proprio cosa dirti
e che confusione avevo in testa e che
stupore sul tuo viso e che voglia di partir.
Ti ricordi,
Michel quei due saluti alla stazione e i lacrimoni venir giù, quando
la macchina comincia a far pressione tu dovesti salir su.
Ti ricordi, Michel che fretta che avevano
tutti, far partire la vettura, mentre lento
il tuo vagone se ne andava ritornava la paura.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
corti, delle tue gambe lunghe magre e forti
e della rabbia che mi davano correndo
tutti i giorni un po' più svelte delle mie.
Ti ricordi,
Michel dei nostri soldatini morti, nella difesa eroica dei bastioni e
seppelliti in una siepe con onori militari inventati lì per lì.
Ti ricordi,
Michel del banco nero in terza fila, che ascoltò tutte le risate, di
due bambini che vivevano in un sogno che non si ripeterà.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi,
Michel che a me piaceva Garibaldi, ma tu dicevi che era un buffone e
che senz'altro non poteva sostenere il confronto con il tuo Napoleone.
Ti ricordi, Michel di come ti prendevo in
giro, per l'erre moscia che ti era rimasta,
solo ricordo della Francia e della
tua prima casa, dei tuoi amici di lassù.
Ti ricordi,
Michel di come era esclusiva la tenerezza che ci univa, e accompagnò
la nostra infanzia fino ai giorni della nuova realtà.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel di come a me
dispiaceva, quando parlavi sempre di ragazze e delle
voglie che avevi con due occhi un po' sottili che non conoscevo più.
Ti ricordi,
Michel di quando i mei capelli
corti, ti davano fastidio e dicevi, che
se non la piantavo di fare il
bambino tu con me non ci saresti uscito più.
Ti ricordi,
Michel quel giorno che facemmo a pugni tornando a casa dalla scuola,
con la cartella appogiata a una colonna a due passi dal palto.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi,
Michel il giorno che morì tua madre, che tu piangevi tanto che anche
il cane che ti voleva così bene non
aveva il coraggio di avvicinarsi un po'.
Ti ricordi,
Michel che tristi erano quei giorni, io non sapevo proprio cosa dirti
e che confusione avevo in testa e che
stupore sul tuo viso e che voglia di partir.
Ti ricordi,
Michel quei due saluti alla stazione e i lacrimoni venir giù, quando
la macchina comincia a far pressione tu dovesti salir su.
Ti ricordi, Michel che fretta che avevano
tutti, far partire la vettura, mentre lento
il tuo vagone se ne andava ritornava la paura.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel.
Credits
Writer(s): Claudio Lolli
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