Impeto e tempesta

Guardaci da vicino noi non siamo nulla,
alzerò il volume, coprirò le urla,
la morte è come lo xanax, non si fa sentire,
ci accompagna dolcemente verso la fine.
Il diavolo sente il mio pezzo e va a dormire,
il volto di mia madre sempre più sottile,
ascolto 'ste sirene mentre cantano,
ma addosso ho queste catene che mi ingabbiano!
È il suono dei sogni che si infrangono,
volo su questo mare come un Albatroz,
la mia nave che salpa, siamo vampiri all'alba,
è spuntato il sole, i raggi non mi scaldano.
E tutte 'ste parole non mi salvano,
la fine del mondo, quanti giorni mancano.
L'altra notte ho visto dormire un angelo,
una farfalla all'inferno... (BRAH!)
(?), (?), Givenchy,
Ah, prendo calmanti come il Vivin-C!
Ye, questi cantanti casi clinici!
Voi critici del rap siete sacrifici biblici,
omicidi lirici cinici, cimici
appostate ai nostri cinici, veni vidi vici!
Lascio corpi rigidi nel Tamigi,
i tuoi amici (?) al TG li offendo,
(?) la Torre Eiffel a Parigi!
E quanti pomeriggi
ho passato a scrivere prodigi,
superati i miei giorni grigi.
Ho lottato, dovevo riuscirci,
ho cercato dai miei nemici,
ho sparato il mio primo colpo,
un ragazzo morto ammazzato
il secondo lo stesso risultato!
Il terzo viene neutralizzato,
ucciso, brutalizzato,
ritorna Poeta Incazzato,
vestito da Babbo Natale,
dimagrito e drogato,
l'idolo delle masse,
un boato di grupie grasse,
mi muovo fra le carcasse
c'ho avanti un muro di casse e mi lancio sul cemento armato! (AHHH!)



Credits
Writer(s): Giulio Elia Sabatello, Matteo Nesi
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