Tubature

Con la felpa blu
E le scarpe da ginnastica
La Madonna su un divano
Con gli occhi hai disegnato
Sul soffitto i tuoi pensieri
Ragnatele ad opera di abili ingegneri
È lì che vuoi andare ad abitare

Hai detto, "Non mi va di restare a casa
Andiamo fuori a guardare
La notte scivolare sul canale"
Oppure si potrebbe rimanere a parlare
Chiusi dentro a un bar
A lasciarsi sciogliere la lingua nella bocca

A vivere in città
Piene di tombini e di bambole del gas
Di centraline e tubature
E strane connessioni
Fibre ottiche e cereali auricolari
Che fanno bene a tutte le età

Tornare da New York con un cappotto nuovo
Ma con la faccia vecchia
Di uno che non dorme quando viaggia
In gola un gargarismo di parole strane
E un brutto torcicollo
Frutto di pensieri troppo scomodi e pesanti

Un tuffo dal cuore alla pancia
Mi guardi e ti sbucci un'arancia
Un forte desiderio di farsi trasportare
Per quanto ancora non ci credi
Domani andiamo a vivere sul mare
Su palafitte a forma di astronave
Di astronave

La faccia che è tutta un sorriso
E descrive un umore preciso
Si lascia trasformare
Da un flusso di parole
Adesso che tutto è già deciso
Che il tempo non ci scappi tra le mani
Facciamo le valigie e via lontani

Hai visto com'è strana la città
Hai visto com'è strana la città

Hai visto com'è strana la città
Hai visto com'è strana la città
Hai visto com'è strana la città



Credits
Writer(s): Giorgio Poti
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