La gattara
Coi capelli arruffati, le braccia secche secche
Na vestaglia e du ciavatte
C'ha la pelle raggrinzita, lo sguardo spesso assente
Non cammina, se trascina
Chi la vede sotto casa se scansa per la puzza
E c'ha pure un po' paura
Lei se alza la mattina, nun passa per lo specchio
E come sta va a fa la spesa
Pane, latte e biscotti, dieci scatolette di cibo per i gatti
Poi ritorna per la strada come una donna sola
Che per tutti è la Gattara
Se ne va a sfamare tutta la città, pè i giardini
E i cespugli degli altri cortili
Lei che ha ancora un po' d'amore e de pietà
Troverà un branco de micetti per parlà
Va, raccoglie due cartoni davanti a un cassonetto e
Fa una cuccia a a quei gattini
Quando uno fa le fusa se lo piglia in braccio
L'accarezza e ce se sfoga
Micio io come te vorrei avere sette vite per rinasce uguale a voi
Ma rinascerei lontana dall'essere umano che sta vita la consuma
Se ne va quando non c'è più niente da fa, nei giardini e
Nei cortili accendono i lampioni
Tornerà a casa da qualcuno che non ha, mangerà
Prenderà qualcosa e dormirà
Io me ricordo Roma ai tempi della guerra, la fame, la paura
Papà che non tornava, lanciavano le bombe, e mamma mia che
Piagneva, diceva: zitto e bona, il gatto era per cena
Na vestaglia e du ciavatte
C'ha la pelle raggrinzita, lo sguardo spesso assente
Non cammina, se trascina
Chi la vede sotto casa se scansa per la puzza
E c'ha pure un po' paura
Lei se alza la mattina, nun passa per lo specchio
E come sta va a fa la spesa
Pane, latte e biscotti, dieci scatolette di cibo per i gatti
Poi ritorna per la strada come una donna sola
Che per tutti è la Gattara
Se ne va a sfamare tutta la città, pè i giardini
E i cespugli degli altri cortili
Lei che ha ancora un po' d'amore e de pietà
Troverà un branco de micetti per parlà
Va, raccoglie due cartoni davanti a un cassonetto e
Fa una cuccia a a quei gattini
Quando uno fa le fusa se lo piglia in braccio
L'accarezza e ce se sfoga
Micio io come te vorrei avere sette vite per rinasce uguale a voi
Ma rinascerei lontana dall'essere umano che sta vita la consuma
Se ne va quando non c'è più niente da fa, nei giardini e
Nei cortili accendono i lampioni
Tornerà a casa da qualcuno che non ha, mangerà
Prenderà qualcosa e dormirà
Io me ricordo Roma ai tempi della guerra, la fame, la paura
Papà che non tornava, lanciavano le bombe, e mamma mia che
Piagneva, diceva: zitto e bona, il gatto era per cena
Credits
Writer(s): Emilio Stella
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