La porta dello spavento supremo - Live

Nell'apparenza e nel reale
Nel regno fisico o in quello astrale
Tutto si dissolverà

C'è quest'incubo ricorrente
Che mi tormenta, mi spaventa
Che mi scaraventa come una barchetta nella tormenta
Sono nel mio paese, è estate
Anzi no, è una di quelle giornate di primavera
calma e sincera, giornate calde ma blande
L'aria è cristallina, tersa, come la mattina dopo la tempesta
Cammino ma non so dove sto andando
D'altronde sto sognando, manco mi interessa
Mi guardo intorno
E la gente che attraversa lo sguardo torvo poi
Un rumore sordo, una luce nera, assurda, mi assorda
Si allunga un'ombra ed io fuggo ma la strada è contorta
Troppo lunga, no, troppo corta, è infinita
In salita, è ripida, non mi resta molto
L'uomo senza volto dalle lunghe dita mi afferra, mi ferma
Sembra già finita, viene sera, la terra trema
Cambio scena.

È buio
Mi ha preso ma non è qui, non mi sono arreso
Nascosto dietro la porta un fucile stretto
E lui verrà da lì, lo sento, sento i passi
Aspetto che passi pronto col grilletto ed eccolo
Sparo... ma niente

E' un fantasma, mi ritrovo bambino con l'asma, terrorizzato
E con il fiato corto, lui non mi vuole morto
Lui mi segue e basta
Tu mi segui e basta!
Ma io so come fermarti, con la luce
Vado sul sicuro, mi guardo intorno e sul muro
Milioni di interruttori ma non uno che funzioni
Niente lampadine, io vorrei capire come rinsavire
Non ho soluzioni, non dovrei dormire, dovrei stare sveglio
Ma io sono già sveglio
Io non dovrei morire come questo corpo
Ma io sono già morto



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