Il mare (Live)
Eccomi qua, catapultato in questa gabbia
La storia della nostra rabbia
Da qua io vedo in alto il cielo
Vorrei toccarlo con un dito ma qui salgo e non arrivo mai
Messo nei miei panni
Provo ad essere natura provo ad essere infinito ma
Io resto nei miei panni
E come tutti condannato a vivere il nostro grido
Io sarò dannato, sarò condannato
Ad esser uomo io che volevo essere mare
In questo mondo siamo messi male
Non per problemi strutturali o mancanza di beni culturali
Tu non vuoi farmi pensare, perché penserei
A quanto gli umani sian diventati brutali
Siamo animali chiusi in una gabbia
Passiamo il tempo ad ingozzarci con la nostra rabbia
E quando la rabbia sarà finita
Ci nutriremo con la gioia e le lacrime di un'altra vita
E quando anche di quella vita sarà svanito il ricordo
Ingoieremo il rimorso di quell' uomo ormai morto
Ma tu tranquilla coltiva il tuo orto
Nella società del consumismo, della ragione e del torto
Tu ci chiameresti uomini io maiali
Sugli affari mettiamo le zampe e non le mani
E se non ci metti le zampe ti guardano male
Non c è posto per i buoni in questa società feudale
Io sarò dannato, sarò condannato
Ad esser uomo io che volevo essere mare
Ed ora ascolta vorrei essere la cresta di un'onda
Spazzare via ciò che mi circonda
Vorrei essere vento, respiro
Ammiro chi riesce a vivere in quest'orda
Vorrei essere pioggia
Cadere su ogni testa, su ogni roccia
Vorrei essere aria calda
Per avvolgervi con le mie enormi braccia
Ma lo vedi che la nostra libertà è apparente
Vorrei essere selvaggio, poter essere incosciente
Vorrei essere uno sbaglio, un miraggio
Il pianto di una madre durante il parto
Vorrei essere uno sfogo libero
Vorrei essere la rabbia in un grido
Vorrei essere un cielo limpido
Ma ho la mia libertà
Io sarò dannato, sarò condannato
Ad esser uomo io che volevo essere mare
La storia della nostra rabbia
Da qua io vedo in alto il cielo
Vorrei toccarlo con un dito ma qui salgo e non arrivo mai
Messo nei miei panni
Provo ad essere natura provo ad essere infinito ma
Io resto nei miei panni
E come tutti condannato a vivere il nostro grido
Io sarò dannato, sarò condannato
Ad esser uomo io che volevo essere mare
In questo mondo siamo messi male
Non per problemi strutturali o mancanza di beni culturali
Tu non vuoi farmi pensare, perché penserei
A quanto gli umani sian diventati brutali
Siamo animali chiusi in una gabbia
Passiamo il tempo ad ingozzarci con la nostra rabbia
E quando la rabbia sarà finita
Ci nutriremo con la gioia e le lacrime di un'altra vita
E quando anche di quella vita sarà svanito il ricordo
Ingoieremo il rimorso di quell' uomo ormai morto
Ma tu tranquilla coltiva il tuo orto
Nella società del consumismo, della ragione e del torto
Tu ci chiameresti uomini io maiali
Sugli affari mettiamo le zampe e non le mani
E se non ci metti le zampe ti guardano male
Non c è posto per i buoni in questa società feudale
Io sarò dannato, sarò condannato
Ad esser uomo io che volevo essere mare
Ed ora ascolta vorrei essere la cresta di un'onda
Spazzare via ciò che mi circonda
Vorrei essere vento, respiro
Ammiro chi riesce a vivere in quest'orda
Vorrei essere pioggia
Cadere su ogni testa, su ogni roccia
Vorrei essere aria calda
Per avvolgervi con le mie enormi braccia
Ma lo vedi che la nostra libertà è apparente
Vorrei essere selvaggio, poter essere incosciente
Vorrei essere uno sbaglio, un miraggio
Il pianto di una madre durante il parto
Vorrei essere uno sfogo libero
Vorrei essere la rabbia in un grido
Vorrei essere un cielo limpido
Ma ho la mia libertà
Io sarò dannato, sarò condannato
Ad esser uomo io che volevo essere mare
Credits
Writer(s): Subba And The Roots, Marco Suber
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