Fiore di loto

Chattiamo, noi, ci chiamiamo ma non comunichiamo
Non parlo per luoghi comuni e chiamo in causa me stesso
Che spesso non lo so chi sono anche se so come mi chiamo
Sempre troppo lontano da chi amo
Fatichiamo a tornare ad avere un rapporto umano
Senza digitare, senza l'apporto di un supporto digitale
Latitiamo in questa realtà virtuale, con il corpo morto a vegetare
Valichiamo cavi su cavi, che sono fili spinati
E ci tengono costipati con 'sti profili schedati
Diamo numeri numerati come detenuti tenuti ingabbiati
In una cella di dati che non è Cella Dati
E sai chi ce l'ha dati tutti questi anni di reclusione?
(Noi)

Si fa drastica, ci si assenta
Restare sé stessi è fantascienza, Shuttle
E infatti sei fantastica
Il mondo è piatto, è sciatto
E tu come una bambina che fantastica
Non pensi ad apparire, patire sto mare di plastica
Fra le onde radioattive non si nuota
Ci si ferma alla superficie e chi affonda e sprofonda non si nota
Sempre sola come la luna
Una rosa fiorita sopra una duna
Tu la dama che ama lama ed armatura, ti para l'aria da dura
Quel paio di occhi da puma ti dona come a nessuna
Noi mettiamo maschere
Vogliamo i fatti e poi compriamo le chiacchiere
Daresti fuoco a sto luogo che ti ama poco
Ma un loto nasce dal fango, e dal fango non può andarsene

Nasce dove c'è fango, cresce e muore nel fango
Non volevo capire che quel fiore vuole quel fango
Sei la sola cosa che rimpiango, sei la sola lacrima che piango
Sei la sola cosa che ho piacere di vedere
Di sapere che resiste ancora nel fango qui!

Dai nostri iPad carezze touchscreen
Dalle webcam giochi di sguardi
Sprofondiamo ormai in un mare di hi-tech
Salvati in un file, affetti dal wi-fi

Ci si svocia, tutti che fanno chiasso
E tu col profilo basso, ma che profilo social?
Sguardo basso e passo felpato,
la felpa senza una marca del mercato, tu
Che ti fai tutta Roma a piedi, eppure ti basta un paio di scarpe, tu
Che non vuoi, non chiedi, castana naturale in un mare di colorante, tu
Hai la tempesta in testa ed il cuore calpestato
Anche una visiera nera ti dona ed è un diadema tempestato
Ed è sempre stato il tuo sogno riuscire ad uscire
Da questo stagno appestato

In queste sabbie mobili meglio restare fermo
Spegni con le lacrime il fuoco che hai nello sterno
Cerchi l'orizzonte senza fissare uno schermo
Bella e malinconica come il mare d'inverno
Torbida, che non ti si vede all'interno
Morbida, ma la tua volontà è di ferro
Sei nascosta in un angolo e il mondo si perde il meglio
Gli occhi di un angelo che ha passato l'inferno

Dai nostri iPad carezze touchscreen
Dalle webcam giochi di sguardi
Sprofondiamo ormai in un mare di hi-tech
Salvati in un file, affetti dal wi-fi

Siamo rinchiusi qua, in questa realtà virtuale
Tu spingi l'anima oltre l'artificiale
Già ti sento gridare: buttalo al mare quel cellulare e vieni con me!
Ma un loto nasce dal fango e non vive quando il fango non c'è

Ma un loto nasce dal fango e non vive quando il fango non c'è



Credits
Writer(s): Marco Scalabrino Bucci, Milo Silvestro
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