Mari infiniti, Pt.2
Tra i flussi dei venti violenti e i nembi nei cieli neri,
io fui travolto da un onda di trenta metri interi
poi fui portato giù a fondo per trenta piedi pieni
vidi la morte ai fianchi e aveva gli occhi bianchi
ma nella furia delle acque riuscii ad emergere,
tra le assi sfasciate dalle intemperie man,
stretto a una casse di spezie riuscii a non cedere
e me ne andai su una scialuppa alla deriva per mesi.
Il sole inflisse alla mia figura in sciagura più morsi che l'arsura
e la dentatura dei barracuda,
tatuò di schiuma la mia pelle nuda,
io col sale tra le piaghe la alla luce della luna.
Alla nona settimana vidi una baia lontana,
i gabbiani scivolavan fra le nuvole e una rada,
chi mi trasse in salvo sulla sabbia chiara,
in un'isola dispersa in qualche atollo attorno all'Asia?
Eh, eh dove è che va?
Dove è che va?
Dove che sta andando,
solo?
Dove mi volle il mare? Forse non mi volle o non mi volle male,
Prima la risacca poi la bonaccia rese grazia,
gli indigeni mi accolsero come una madre,
per questi senza dio io ora ero un dio venuto dell'acqua.
Vivevano nudi, su lunghi fiumi in gruppi chiusi,
fra piante dai fusti oblunghi e case fatte di funi,
quando il vento portava alle foglie di palma il ritmo
spargeva con calma il profumo dolce dell'ibiscus.
Mi curarono le piaghe aperte, con impacchi d'erbe
io tra questi di pescatori di cernie, cercatori di perle,
qui ritrovai le forze, raddrizzai la schiena e
imparai a pescare a mani nude i piccoli pesci di barriera;
una sera disteso sul dorso, davanti al mare mosso,
massaggiato dalle palmi caldi di una ragazza del posto,
guardavo sereno sto paradiso di mare e cielo,
fitto di gorgonie reso ricco dalle colonie di corallo nero;
ma a un tratto un flutto mi colpì il volto e mi destai di colpo
ero di nuovo un naufrago mezzo morto,
e mentre il caldo calcinava il mio corpo sciolto,
nessuna terra in vista,: tutto blu sotto, solo blu tutt' intorno
Eh, eh dove è che va?
Dove è che vai, man?
Dove che sta andando
Solo?
io fui travolto da un onda di trenta metri interi
poi fui portato giù a fondo per trenta piedi pieni
vidi la morte ai fianchi e aveva gli occhi bianchi
ma nella furia delle acque riuscii ad emergere,
tra le assi sfasciate dalle intemperie man,
stretto a una casse di spezie riuscii a non cedere
e me ne andai su una scialuppa alla deriva per mesi.
Il sole inflisse alla mia figura in sciagura più morsi che l'arsura
e la dentatura dei barracuda,
tatuò di schiuma la mia pelle nuda,
io col sale tra le piaghe la alla luce della luna.
Alla nona settimana vidi una baia lontana,
i gabbiani scivolavan fra le nuvole e una rada,
chi mi trasse in salvo sulla sabbia chiara,
in un'isola dispersa in qualche atollo attorno all'Asia?
Eh, eh dove è che va?
Dove è che va?
Dove che sta andando,
solo?
Dove mi volle il mare? Forse non mi volle o non mi volle male,
Prima la risacca poi la bonaccia rese grazia,
gli indigeni mi accolsero come una madre,
per questi senza dio io ora ero un dio venuto dell'acqua.
Vivevano nudi, su lunghi fiumi in gruppi chiusi,
fra piante dai fusti oblunghi e case fatte di funi,
quando il vento portava alle foglie di palma il ritmo
spargeva con calma il profumo dolce dell'ibiscus.
Mi curarono le piaghe aperte, con impacchi d'erbe
io tra questi di pescatori di cernie, cercatori di perle,
qui ritrovai le forze, raddrizzai la schiena e
imparai a pescare a mani nude i piccoli pesci di barriera;
una sera disteso sul dorso, davanti al mare mosso,
massaggiato dalle palmi caldi di una ragazza del posto,
guardavo sereno sto paradiso di mare e cielo,
fitto di gorgonie reso ricco dalle colonie di corallo nero;
ma a un tratto un flutto mi colpì il volto e mi destai di colpo
ero di nuovo un naufrago mezzo morto,
e mentre il caldo calcinava il mio corpo sciolto,
nessuna terra in vista,: tutto blu sotto, solo blu tutt' intorno
Eh, eh dove è che va?
Dove è che vai, man?
Dove che sta andando
Solo?
Credits
Writer(s): Alessio Mariani
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