Eugenio

Che fosse il vento del mare a profumare il basilico a Dicembre
io lo sapevo fin da bambino e lo scrivevo sopra a un taccuino
Che ci si può amare come due vecchie tartarughe
che ridono contandosi le rughe
l'ho capito guardando un girasole
impazzito di luce

Al Lido ed assorto
ho vissuto la vita
osservando il mio orto
dietro a una formica
ho inseguito la vita
mia peggior nemica

Guardami, ma dolcemente
ascoltami quando non sentirai più niente
ricordami perché bisogna ricordare
un gesto, un minuto, un fiore

Parlami del tuo silenzio
cercami quando l'amore non ha più senso
pensami con la mia bocca sporca di sugo
fallo almeno un momento

Tra una poesia e una fotografia
la differenza sta in un foglio di carta
che si bagna di pioggia e l'inchiostro si colora
disegnando l'aurora

Perché un poeta
se lo chiami poeta
fa sì con la testa e comincia a fuggire
nel suo rifugio di virgole, stelle e non lo vedrai più tornare

Cocci di bottiglia
che riflettono il mare
sul mio letto di foglie
dormo qui e non sogno perché non ne ho bisogno:
io so scrivere il cielo

Guardami, ma dolcemente
ascoltami quando non sentirai più niente
ricordami perché bisogna ricordare
un gesto, un minuto, un fiore

Parlami del tuo silenzio
cercami quando l'amore non ha più senso
pensami con la mia bocca sporca di sugo
tu fallo almeno un momento

Che le poesie si nutrissero della lavanda
chiusa nei cassetti
io lo sospettavo fin da bambino
ma non l'ho mai detto a nessuno!



Credits
Writer(s): Enrico Nascimbeni
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