A pagare e morire…
Malboro senza r abita in via Fontanelli.
La sua macchina è parcheggiata davanti al portone con le quattro ruote tagliate.
Ha smesso di pagare l'affitto e vado a vedere cosa sta succedendo.
Malboro mi apre e l'appartamento lindo e perfetto che gli ho consegnato qualche mese fa è già una discarica:
Lui dorme sul divano.
Attorno, cicche dappertutto, stanze buie anche se sono le tre del pomeriggio.
Ha lo sguardo perso
bofonchia qualche scusa,
ma appena alzo il tono della voce diventa aggressivo.
Preannuncio lo sfratto
e gli faccio notare che sta distruggendo la casa.
E' uno stato evidentemente confusionale
e mi domando come potrò giustificare la situazione
alla proprietaria.
Questo tizio non credo abbia molte possibilità di pagare,
nè ora nè in futuro
e sfogo la mia frustrazione
cercando di svegliarlo dall'esaurito torpore in cui è caduto.
Forse esagero con le parole e lui si avvicina con fare minaccioso;
in quello stato non pare un gran pericolo e gli dò una spinta per allontanarlo con discreta sufficenza... più che discreta... troppa sufficienza.
All'ingresso del soggiorno
mi prendo un destro in faccia
da Ivan Drago.
L'esaurito non è poi così innocuo e tento di scansarlo,
ma questo mena sul serio
e di certo non è la prima volta.
Cerco di difendermi ma è una furia:
provo a scappare in cucina
mentre lui continua a picchiare.
Mentre guardo atterrito i coltelli sul lavandino
realizzo che Malboro se vuole
adesso mi ammazza.
Sto sanguinando dal naso,
un labbro è spaccato,
e tutto sommato prenderle per riscuotere la pigione
di una benestante signora di quasi ottant'anni
non lo vedo poi così onorevole.
Si mette molto male:
non ho alcun modo di ribaltare i rapporti di forza
e cerco di trovare una via di fuga.
Caccio un lamento con tutta la forza che mi resta
e lui sorpreso concedo un secondo di pausa,
mentre, terrorizzato, raggiungo il più rapidamente possibile la porta di casa
e torno a rifugiarmi in ufficio.
Mi guardo riflesso nel vetro del bagno:
sembro un pugile suonato,
mi tremano le gambe
e l'umiliazione brucia ancora di più di quanto incassato sino ad ora.
Com'è possibile
che io sia finito a fare da scudo umano ai risparmi della classe media
non me lo so spiegare.
Di una cosa sono sicuro.
lo slogan: "la casa è un diritto, l'affitto non si paga"
Malboro non l'ha mai sentito in vita sua,
ma si è arrangiato lo stesso.
Mestiere pericoloso, il mio:
sarà meglio aprire
una posizione all'INAIL
La sua macchina è parcheggiata davanti al portone con le quattro ruote tagliate.
Ha smesso di pagare l'affitto e vado a vedere cosa sta succedendo.
Malboro mi apre e l'appartamento lindo e perfetto che gli ho consegnato qualche mese fa è già una discarica:
Lui dorme sul divano.
Attorno, cicche dappertutto, stanze buie anche se sono le tre del pomeriggio.
Ha lo sguardo perso
bofonchia qualche scusa,
ma appena alzo il tono della voce diventa aggressivo.
Preannuncio lo sfratto
e gli faccio notare che sta distruggendo la casa.
E' uno stato evidentemente confusionale
e mi domando come potrò giustificare la situazione
alla proprietaria.
Questo tizio non credo abbia molte possibilità di pagare,
nè ora nè in futuro
e sfogo la mia frustrazione
cercando di svegliarlo dall'esaurito torpore in cui è caduto.
Forse esagero con le parole e lui si avvicina con fare minaccioso;
in quello stato non pare un gran pericolo e gli dò una spinta per allontanarlo con discreta sufficenza... più che discreta... troppa sufficienza.
All'ingresso del soggiorno
mi prendo un destro in faccia
da Ivan Drago.
L'esaurito non è poi così innocuo e tento di scansarlo,
ma questo mena sul serio
e di certo non è la prima volta.
Cerco di difendermi ma è una furia:
provo a scappare in cucina
mentre lui continua a picchiare.
Mentre guardo atterrito i coltelli sul lavandino
realizzo che Malboro se vuole
adesso mi ammazza.
Sto sanguinando dal naso,
un labbro è spaccato,
e tutto sommato prenderle per riscuotere la pigione
di una benestante signora di quasi ottant'anni
non lo vedo poi così onorevole.
Si mette molto male:
non ho alcun modo di ribaltare i rapporti di forza
e cerco di trovare una via di fuga.
Caccio un lamento con tutta la forza che mi resta
e lui sorpreso concedo un secondo di pausa,
mentre, terrorizzato, raggiungo il più rapidamente possibile la porta di casa
e torno a rifugiarmi in ufficio.
Mi guardo riflesso nel vetro del bagno:
sembro un pugile suonato,
mi tremano le gambe
e l'umiliazione brucia ancora di più di quanto incassato sino ad ora.
Com'è possibile
che io sia finito a fare da scudo umano ai risparmi della classe media
non me lo so spiegare.
Di una cosa sono sicuro.
lo slogan: "la casa è un diritto, l'affitto non si paga"
Malboro non l'ha mai sentito in vita sua,
ma si è arrangiato lo stesso.
Mestiere pericoloso, il mio:
sarà meglio aprire
una posizione all'INAIL
Credits
Writer(s): Massimiliano Collini, Enrico Fontanelli
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