Bel Paese Brutta Gente
Quante lacrime versate sulle coste dell'Australia
Quanti figli partoriti in Argentina ed in Germania
Minatori a Marcinelle scalpellini nel Wisconsin
Venditori di liquore in Louisiana
Mendicanti a Basilea pezzi grossi a Nuova York
Un intreccio di destini indovinati alla roulette
Bel paese brutta gente sì però le bastonate fanno male
Che sian date in terra nostra oppure dove non c'è moglie a consolare
Basta poco a far d'un uomo una belva micidiale
Che ti insulta e ti bestemmia nella faccia le paure
Di chi crede d'aver terra da chiamare col suo nome
E non lo sa che da che mondo è mondo vivere è migrare
Ma lo sanno i miei fratelli e lo sanno le sorelle
Che appassiti come rose avvelenate di sciagura
Han guardato in fondo agli occhi di quegli uomini spietati
Per scoprire esserci un baratro e nemmeno una pupilla
Il lavoro cerca braccia e le condanna allo squallore
Di mestieri che non distinguono manodopera e persone
La sua voce è un comandare la sua vista giudicare
Ma il suo udito non ascolta i lamenti e le preghiere
Ed ogni passo è farsi un poco più lontana la paura
Ogni respiro è un poker d'assi al tavolo con la sventura
Che mi porto ancora appresso in un fagotto di lenzuola
Italiano e clandestino fiero della mia natura
E non m'importa se ogni giorno sarà gonfio e più pesante
Caricato delle offese di quei Dickens Goethe Sartre
Se le mani con l'inchiostro noi non sappiamo macchiarle
Scriveremo questa storia con il vomito e col sangue
Quanti figli partoriti in Argentina ed in Germania
Minatori a Marcinelle scalpellini nel Wisconsin
Venditori di liquore in Louisiana
Mendicanti a Basilea pezzi grossi a Nuova York
Un intreccio di destini indovinati alla roulette
Bel paese brutta gente sì però le bastonate fanno male
Che sian date in terra nostra oppure dove non c'è moglie a consolare
Basta poco a far d'un uomo una belva micidiale
Che ti insulta e ti bestemmia nella faccia le paure
Di chi crede d'aver terra da chiamare col suo nome
E non lo sa che da che mondo è mondo vivere è migrare
Ma lo sanno i miei fratelli e lo sanno le sorelle
Che appassiti come rose avvelenate di sciagura
Han guardato in fondo agli occhi di quegli uomini spietati
Per scoprire esserci un baratro e nemmeno una pupilla
Il lavoro cerca braccia e le condanna allo squallore
Di mestieri che non distinguono manodopera e persone
La sua voce è un comandare la sua vista giudicare
Ma il suo udito non ascolta i lamenti e le preghiere
Ed ogni passo è farsi un poco più lontana la paura
Ogni respiro è un poker d'assi al tavolo con la sventura
Che mi porto ancora appresso in un fagotto di lenzuola
Italiano e clandestino fiero della mia natura
E non m'importa se ogni giorno sarà gonfio e più pesante
Caricato delle offese di quei Dickens Goethe Sartre
Se le mani con l'inchiostro noi non sappiamo macchiarle
Scriveremo questa storia con il vomito e col sangue
Credits
Writer(s): Matteo Murgia
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