Rumore Bianco (Sterling & Cooper)

Sale un'ombra sulle note e le rime si chiudono
Sale il sole si mette in posa e i fiori schiudono
L'ombra è di me stesso e le mie mani racchiudono
La paura di un mondo che in un battito scuotono

E' così che infondo funzionano le tempeste
Tutto le può causare anche tu piccola peste
È la chiave di volta ma della volta celeste
Il disagio che mi prende a queste cazzo di feste

Dammi una base e un'altezza che te le sfondo
Che sul muro del suono è rimasto un secondo
Io mi inietto Mercurio-cromo fino a stare in fondo
Sta buono, sta calmo in una scena c'è lo sfondo

E tutto sto tremendo ammasso di rime cuoce
E tutto sto violento ammasso di strofe vuote?
Tutto sto complesso amplesso di corde in coordinazione nuoce
E a tutto st'arabesco verso mancano le note

Eccomi mio grande maestro dell'estro
Mo spiegami quello ch'e successo
Ho preso il sentimento e l'ho confuso con il sesso
Ho scritto sulla lavagna l'ho confusa con il gesso

Piacere mi presento sono l'ombra dell'io lirico
Delirio di coscienza di una mente che sta in bilico
Pura apparescenza forza prendimi l'empireo
Disegna i miei tratti abituali con l'acrilico

Finisce questo tango parte la tarantella
Tartaglia 25 colpi di rivoltella
Tarda notte buio pesto chiudi questa tapparella
Ma stanotte è mezzo presto eppure non c'è più una stella

Cammino, Mi guardo tra i passi e chissà
Le panchine del parco mi guardano già
Ed è tardi per l'ora dell'alba ma qua
Il flusso di note rimane al di là

Affonda dentro il silenzio del nostro affanno
Che mentre parliamo siamo noi rumore bianco
E quindi bada bene sta canzone è un grosso inganno
Le note si richiudono resta un ingente danno

Collaterale non so dove andare
Non so dove prendere le parole per spiegare
Che solo quando canto riesco a non pensare
Al mio rumore bianco che pensa di suonare

Notte, pomeriggio, giorno
Il terzo fisso sul contorno
Il secondo sul grigio
Il primo non dormo
Scordo, colpa del mostro del sonno

Delirio onirico di uno spirito libero
Che balla intorno a un morto
Lascio, cadere lacrime su pagine e pagine e pagine
Facile urla il cielo, le stelle danno la via
Ma il male mondiale scambiato per malattia le ha nascoste con un velo di foschia

Chiasmo, plasmato dal orgasmo come diceva un saggio
Carnale è il mio peccato nucleare il disastro che sarà
Quando l'entropia del sogno farà a pezzi le note
LA SI DO RE MI FA
IO
Più mi rifletto nel vetro allo specchio meno mi sento vivo
Meno mi pento di quello che penso più so di essere cattivo
La verità esplode in un corto circuito intellettivo
Poi sento crack si apre a metà la testa e torno bambino
Buio, pesto, valzer di Strauss
Climax ascendente promotore del Caos
Dramma, dharma, mamma dimmi ciao
Prima che il flusso di note mi riporta nel tao

Cammino mi guardo tra i passi e chissà
Le panchine del parco mi guardano già
È già tardi per l'ora dell'alba ma qua
Il flusso di note rimane al di là



Credits
Writer(s): Leonardo Iafisco
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