Era l'anno ottantadue

Era l'anno ottantadue
Di quei mitici anni ottanta
Affacciato sul balcone
Con i voli delle rondini
Ammiravo quel tepore
Di una primavera ormai scomparsa

Avevo solo dodici anni
Erano tanti i miei capelli
Erano folti, erano ricci
Erano tanti i miei pensieri
E litigavano ogni volta
La mia mamma e il mio papà

"Perché non parli, perché non ridi"
Mi domandavano gli zii
E lo dicevano a mia madre
"Giacomino è tanto bravo
Più che un bambino è già un grande"

Restavo fermo e stavo zitto
Erano tanti i sogni miei
E poi fuggivo dalla vita
E nascondevo nel mio cuore
Le mie grida chiuse nel silenzio
Dei miei profondi occhi verdi

Sognavo un mondo ancor più bello
Una diversa realtà
Mille speranze, un mondo nuovo
Un grande amore, mille amici
"Sarai un grande, farai strada"
La mia maestra mi diceva

L'Italia vinse anche i mondiali
Ricordo ancora la gran festa
Tutti i miei salti, le mie urla
Ad ogni goal di Paolo Rossi
Le mie partite all'oratorio
Le ginocchia rotte sull'asfalto

Anche se al secondo tempo
In quello stadio vittorioso
Entravo sempre con gran gioia
Cantavo e urlavo da tifoso
Era la festa di un bambino
Che sognava il suo futuro

Una vecchia bici riciclata
Una maglietta nerazzurra
Di Topolino i giornalini
E le figurine dei calciatori
le biglie chiare e quelle scure
tra nascondino, sguincio e strifone

Odiavo il male, ero buono
Che voglia di cambiare il mondo
Mille sogni nel cassetto
In testa avevo un gran progetto
Io non volevo mai morire
Nell'universo mi tuffavo

Mi rifugiavo con tristezza
In quella arcana timidezza
Ed ogni finto conformismo
Rifiutavo con fermezza
Volevo essere me stesso
Solo e forte come adesso

Leggevo sempre, anche scrivevo
Nella mia folle mente calma
Quale sarà il tuo talento
Oh Giacomino piccoletto
Il primo gioco che cercai
Fu una tastiera ed io suonai

Tra i Queen e Dire Straits
Gun's Roses e Deep Purple
Tra chitarre di cartone
Ed un vinile nello stereo
Tutto il rock nella mia voce
In quelle ore di euforia

Cosa è rimasto di quegli anni
Il mondo è ancora negli affanni
Il tempo è un ladro e coi suoi inganni
Mi ha rubato la bellezza
Di tutta quella tenerezza
Chiusa dentro gli anni ottanta

Conservo ancora quei ricordi
Nei rimpianti dei bei tempi
E per le strade della vita
Come allora a piedi scalzi
Rivoglio la semplicità
Della mia generazione

Era l'anno ottantadue
Alla finestra della vita
Mi affacciavo con speranza
Erano vivi i sogni miei
In quella vita che sbocciava
In quello sguardo che sognava

Era l'anno ottantadue
Erano tanti i sogni miei
Fra i mille e tanti cambiamenti
Io la speranza non la perdo
Ed anche adesso che son grande
Son tanti ancora i sogni miei



Credits
Writer(s): Giacomo Paparusso
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