La tua vanità

Tu che vivi sempre al centro del mondo che gira per te
Tu che pensi che il sole sorga ogni giorno solo per te
Tu convinta di camminare su un tappeto di uomini
Tu che ti ammiri da sola e poi sfoggi la tua lista dei crimini
Tu che è importante parlare di te
E della tua collezione di trofei
Dei quali, credimi, di farne parte
Un giorno non vorrei

Tu che è una noia mortale ascoltare quel che hanno da dire
Tu che l'amore è soltanto un gioco per vederli morire
Ma a te piace così tanto giocare che non puoi farne a meno
È indispensabile portare tempesta dove c'era il sereno
Basta lanciare un amo e poi aspettare
Che l'ennesimo pesce venga ad abboccare
E una volta strappato al mare
Lo lasci lì per terra ad annaspare

Ti prego risparmiami
Non posso resistere
A un'altra parola ancora che riguardi te
E ti mostri fragile
Ma chi vuoi convincere
Non posso seguirti nel tuo centro
Per poi trovarmi spento

Ma in fondo non è neanche colpa tua
Sarà un periodo, una persecuzione,
La sfortuna o una malattia
Non voglio credere che tu non riesca a capire davvero
Sei troppo furba e intelligente da capire quello che vuoi
Ti mostri incosciente
Inconsapevole vittima innocente dei comportamenti altrui
Eppure lo sai di esser la prima colpevole,
Il carnefice, il movente, di delitti di efferato egotismo

Ma quando smetterai di giocare
Spero sia solo perché non ti appassiono
Dimmi che gusto provi a farmi avvicinare
Se poi respingi e pensi a un nuovo abbandono
È troppo forte la tua vanità
Dispiace solo per chi domani poi cadrà
Non aspettarti da me
Quello che scrisse De Andrè
Morir d'amore ma per chi poi, per te?

Ti prego risparmiami
Non posso resistere
A un'altra parola ancora che riguardi te
E ti mostri fragile
Ma chi vuoi convincere
Non voglio seguirti nel tuo centro
E poi trovarmi spento



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