GIANFILIPPO
Gianfilippo mi guardava col suo sguardo vuoto e storto
Non usava i suoi balocchi con la mia banalità
Articolava versi con gli artigli: mi chiedeva aiuto
Era di due anni più grande ma aveva già capito tutto
E lo chiamavano "diverso": instillavano in noi
Quel cattolico senso di colpa per essere in salute
E io crescevo come lui, non come loro, e non mi perdonavo di non essere invincibile
Ora strapperei il mio cuore per avere qualche ora quando solo in mezzo a questo Strazio taccio le mie pagine
Gianfilippo mi parlava col suo sguardo vuoto e storto
"Non la senti questa voce persa dentro a un maremoto
"Non li vedi questi mostri? Sono uomini perfetti
Ma non hanno il cuore a posto: non gli tendere la mano
E le circostanziali iperboli del discorso
Che nei banchi di empi templi fanno le fortune
Si sono dissolte dopo il primo sorso
Quando sono ritornato ad essere migliore
Quando non ero distratto dalle contingenze
Vedevo qualcuno alzare gli occhi al cielo, non capiva che toglieva al bimbo un po' di luce
E io crescevo come lui, non come loro, e non mi preoccupavo di non essere invincibile
Volevo vedere come nasce e muore un giorno e leggere le pagine sporcate dalle lacrime
Gianfilippo mi parlava col suo sguardo vuoto e storto
"Non la senti questa voce persa dentro a un maremoto?
"Non li vedi questi mostri? Sono uomini perfetti
Ma non hanno il cuore a posto: non gli tendere la mano
C'è una ninna nanna che risuona ancora
Quando in mezzo al buio non sei più da solo
Quando nello specchio non sei più nessuno
E un istante solo vale già una vita
Gianfilippo mi parlava col suo sguardo vuoto e storto
"Non la senti questa voce persa dentro a un maremoto?
"Non li vedi questi mostri? Sono uomini perfetti
Ma non hanno il cuore a posto: non gli tendere la mano
Gianfilippo mi parlava col suo sguardo vuoto e storto
"Non la senti questa voce persa dentro a un maremoto?
"Non li vedi questi mostri? Sono uomini perfetti
Ma non hanno il cuore a posto: non gli tendere la mano
Non usava i suoi balocchi con la mia banalità
Articolava versi con gli artigli: mi chiedeva aiuto
Era di due anni più grande ma aveva già capito tutto
E lo chiamavano "diverso": instillavano in noi
Quel cattolico senso di colpa per essere in salute
E io crescevo come lui, non come loro, e non mi perdonavo di non essere invincibile
Ora strapperei il mio cuore per avere qualche ora quando solo in mezzo a questo Strazio taccio le mie pagine
Gianfilippo mi parlava col suo sguardo vuoto e storto
"Non la senti questa voce persa dentro a un maremoto
"Non li vedi questi mostri? Sono uomini perfetti
Ma non hanno il cuore a posto: non gli tendere la mano
E le circostanziali iperboli del discorso
Che nei banchi di empi templi fanno le fortune
Si sono dissolte dopo il primo sorso
Quando sono ritornato ad essere migliore
Quando non ero distratto dalle contingenze
Vedevo qualcuno alzare gli occhi al cielo, non capiva che toglieva al bimbo un po' di luce
E io crescevo come lui, non come loro, e non mi preoccupavo di non essere invincibile
Volevo vedere come nasce e muore un giorno e leggere le pagine sporcate dalle lacrime
Gianfilippo mi parlava col suo sguardo vuoto e storto
"Non la senti questa voce persa dentro a un maremoto?
"Non li vedi questi mostri? Sono uomini perfetti
Ma non hanno il cuore a posto: non gli tendere la mano
C'è una ninna nanna che risuona ancora
Quando in mezzo al buio non sei più da solo
Quando nello specchio non sei più nessuno
E un istante solo vale già una vita
Gianfilippo mi parlava col suo sguardo vuoto e storto
"Non la senti questa voce persa dentro a un maremoto?
"Non li vedi questi mostri? Sono uomini perfetti
Ma non hanno il cuore a posto: non gli tendere la mano
Gianfilippo mi parlava col suo sguardo vuoto e storto
"Non la senti questa voce persa dentro a un maremoto?
"Non li vedi questi mostri? Sono uomini perfetti
Ma non hanno il cuore a posto: non gli tendere la mano
Credits
Writer(s): Angelo Ranalli
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