[Hanshan ]寒山
Sotto a una tettoia mi riparo dalla pioggia
La nebbia sopra gli alberi si cala dalla roccia
Seduto immerso nella grotta
Aspetto che smetta guardando il bosco
C'è betulla è a terra
Caduta per marcire e così ritornare suolo
La sua morte profuma di un odore nuovo
Di un nuovo tronnco ma per un uomo
Non c'è poesia
Soltanto un vuoto
Finchè morto non sarà chi ce l'ha in corpo
Finchè morto non sarà chi ce l'ha in corpo
Finchè morto non sarà chi ce l'ha in corpo
Fino a che un corpo morirà da solo
Eppure quando ancora le accarezzo la guancia
Sulle mani mi rimane una polvere bianca
Il suo legno abbattuto intanto ritorna alla terra
Su cui mi reggo in piedi e a volte riposo la schiena
Una nuova ruga ha la corteccia che io indosso
E che indosseranno tutti prima che lo spazio imploda
Ad ogni respiro l'aria si trasforma in torba
E ricopre le sementa di un bosco nuovo
Apprezzo la felicità solo se viene dal coraggio
Da uno sguardo che conosce quanto è marcio il ramo su cui siamo
Ce la contiamo su seduti l'uno accanto all'altro
Ce la ghignamo con gli scricchiolii del tarlo
Cadono le ultime goccie e portano la sera
Rifaccio lo zaino indosso la mantella
Giro le chiavi
La moto si dirige verso il Pian dei Cavalli
Questa notte i vagabondi del dharama
Stanno tra i laghi gemelli del Val Fontana
Non so se riuscirò a ribeccarli tra quelle cime
La strada verso la montagna fredda non ha fine
La nebbia sopra gli alberi si cala dalla roccia
Seduto immerso nella grotta
Aspetto che smetta guardando il bosco
C'è betulla è a terra
Caduta per marcire e così ritornare suolo
La sua morte profuma di un odore nuovo
Di un nuovo tronnco ma per un uomo
Non c'è poesia
Soltanto un vuoto
Finchè morto non sarà chi ce l'ha in corpo
Finchè morto non sarà chi ce l'ha in corpo
Finchè morto non sarà chi ce l'ha in corpo
Fino a che un corpo morirà da solo
Eppure quando ancora le accarezzo la guancia
Sulle mani mi rimane una polvere bianca
Il suo legno abbattuto intanto ritorna alla terra
Su cui mi reggo in piedi e a volte riposo la schiena
Una nuova ruga ha la corteccia che io indosso
E che indosseranno tutti prima che lo spazio imploda
Ad ogni respiro l'aria si trasforma in torba
E ricopre le sementa di un bosco nuovo
Apprezzo la felicità solo se viene dal coraggio
Da uno sguardo che conosce quanto è marcio il ramo su cui siamo
Ce la contiamo su seduti l'uno accanto all'altro
Ce la ghignamo con gli scricchiolii del tarlo
Cadono le ultime goccie e portano la sera
Rifaccio lo zaino indosso la mantella
Giro le chiavi
La moto si dirige verso il Pian dei Cavalli
Questa notte i vagabondi del dharama
Stanno tra i laghi gemelli del Val Fontana
Non so se riuscirò a ribeccarli tra quelle cime
La strada verso la montagna fredda non ha fine
Credits
Writer(s): Carlo Boscacci
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