Riot, Pt. 1

Aveva fatto un sogno strano e voleva raccontarlo
Davano un'ora del loro sonno per accontentarlo
Lui affondava nel letto di paglia del vecchio granaio
Vennero cani, porci, capre, li stava aspettando
Dice che l'uomo rimane la causa della fatica e della fame
Debole e lento, provoca danni, considerato il miglior animale
Mangia tutto quello che produciamo, per noi resta una piccola razione
Quindi dev'essere l'essere umano la vittima della rivoluzione
E il sogno di cui vi dicevo era il pianeta senza quell'impronta
L'uomo non c'era nel mondo, musica di sottofondo
Lui ne cantava il testo agli animali che lo ascoltavano là nel granaio
Per eliminare il loro entusiasmo basta qualche colpo di rifle

E fu così che il Vecchio Maggiore morì (il Vecchio Maggiore morì)
Era il suo nome e nei primi di marzo lo seppellirono lì
Ma le parole che disse rimasero accese nel cuore degli animali
Il cambiamento era alle porte, si riunivano durante la notte
Certi dicevano "Il padrone ci dà da mangiare
Se se ne andasse, qui regnerebbe la fame! (qui regnerebbe la fame)
Perché cominciare questa rivoluzione? Qual è la motivazione
Se l'opera la finirà qualcuno di un'altra generazione?"
I nervi tesi, clima di tensione se qualcuno
Dimentica di nutrire gli animali ed è digiuno
È stato facile buttare giù la porta al magazzino
Ora la mandria avanza, attacca senza indugio l'aguzzino
Dicono è tutto nostro, è tutto nostro
Prendono tutto il posto, mettono tutto a posto
Prima la mungitura, dopo la falciatura
Ma di ritorno la sera notano che del latte non vi è traccia alcuna



Credits
Writer(s): Gianluca Della Gatta
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