Versa di più
Abbiamo visto il sole piangerci addosso
Con l'uomo in procinto di piangersi addosso
Da quel giorno siamo un fuoco che brucia spento
Muoviamo un moto in apatia di movimento
Viviamo l'afasia nel coinvolgimento
Salutando l'anemia col paradosso del riconoscimento
Provando un'emozione senza colore
E porgendo con empatia il piacere del gradimento
La perfezione dell'essere va al rialzo nel perdere
Ma al ribasso nel tendere una mano per non cedere
All'artificio dell'istinto che ha estinto l'applicarsi
Lasciandoci solo il recitare del credere
E tu credi nell'amore, ma non riesci ad applicarti
Non vuoi provar dolore, ma non riesci ad applicarti
Non vuoi serbar rancore, ma non riesci ad applicarti
E' perché siamo dipinti su tele con motivi astratti
Cresciamo nello spazio e nel tempo col vizio della forma
Disegnando un perimetro informe dove tutto torna
Disconoscendo e riconoscendo il vortice della realtà che ci circonda
Tu, versa di più, versa di più
Che mi metto a sedere e mi gusto il bicchiere
E mentre m'astengo dall'astenere
Tu non soprassedere
Muovi la mano e versa da bere
E su, versa di più, versa di più
Che nella convivialità della ragione c'è convivio di visione
Così comprendo se autore o attore
E tutto questo previa consumazione
Cerchiamo un appiglio con il mondo, quale mondo
Costruiamo ogni incontro tralasciando la naturalezza dell'inconscio
E riempiendo a piacimento il contorno rimanendo vuoti dentro
Con la pienezza dello sfondo
Siamo la maschera o il volto
Il riflesso di ritorno del palcoscenico che ci sta intorno
Col sorriso a tre e sessanta per ledere
Se l'atto dovuto di ricevere cozza con la fede santa del credere
E tu credi nel piacere, ma non riesci ad applicarti
Vuoi serene sere, ma non riesci ad applicarti
Non vuoi vuoto quel bicchiere, ma non riesci ad applicarti
E' perché ti accontenti del mezzo pieno di labili traguardi
Stiamo nel suprematismo, sensibilità plastica
Coltiviamo l'individualismo nella complicità statica
Tutti mimi, tutti unici
Concimi scenici
Nascondiamo la nostra parte allocromatica
Tu, versa di più, versa di più
Che mi metto a sedere e mi gusto il bicchiere
E mentre m'astengo dall'astenere
Tu non soprassedere
Muovi la mano e versa da bere
E su, versa di più, versa di più
Che nella convivialità della ragione c'è convivio di visione
Così comprendo se autore o attore
E tutto questo previa consumazione
Con l'uomo in procinto di piangersi addosso
Da quel giorno siamo un fuoco che brucia spento
Muoviamo un moto in apatia di movimento
Viviamo l'afasia nel coinvolgimento
Salutando l'anemia col paradosso del riconoscimento
Provando un'emozione senza colore
E porgendo con empatia il piacere del gradimento
La perfezione dell'essere va al rialzo nel perdere
Ma al ribasso nel tendere una mano per non cedere
All'artificio dell'istinto che ha estinto l'applicarsi
Lasciandoci solo il recitare del credere
E tu credi nell'amore, ma non riesci ad applicarti
Non vuoi provar dolore, ma non riesci ad applicarti
Non vuoi serbar rancore, ma non riesci ad applicarti
E' perché siamo dipinti su tele con motivi astratti
Cresciamo nello spazio e nel tempo col vizio della forma
Disegnando un perimetro informe dove tutto torna
Disconoscendo e riconoscendo il vortice della realtà che ci circonda
Tu, versa di più, versa di più
Che mi metto a sedere e mi gusto il bicchiere
E mentre m'astengo dall'astenere
Tu non soprassedere
Muovi la mano e versa da bere
E su, versa di più, versa di più
Che nella convivialità della ragione c'è convivio di visione
Così comprendo se autore o attore
E tutto questo previa consumazione
Cerchiamo un appiglio con il mondo, quale mondo
Costruiamo ogni incontro tralasciando la naturalezza dell'inconscio
E riempiendo a piacimento il contorno rimanendo vuoti dentro
Con la pienezza dello sfondo
Siamo la maschera o il volto
Il riflesso di ritorno del palcoscenico che ci sta intorno
Col sorriso a tre e sessanta per ledere
Se l'atto dovuto di ricevere cozza con la fede santa del credere
E tu credi nel piacere, ma non riesci ad applicarti
Vuoi serene sere, ma non riesci ad applicarti
Non vuoi vuoto quel bicchiere, ma non riesci ad applicarti
E' perché ti accontenti del mezzo pieno di labili traguardi
Stiamo nel suprematismo, sensibilità plastica
Coltiviamo l'individualismo nella complicità statica
Tutti mimi, tutti unici
Concimi scenici
Nascondiamo la nostra parte allocromatica
Tu, versa di più, versa di più
Che mi metto a sedere e mi gusto il bicchiere
E mentre m'astengo dall'astenere
Tu non soprassedere
Muovi la mano e versa da bere
E su, versa di più, versa di più
Che nella convivialità della ragione c'è convivio di visione
Così comprendo se autore o attore
E tutto questo previa consumazione
Credits
Writer(s): Mattia Righi
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