Agosto

(Okay-Okay)
Lei era debole, lei era debole
Viveva tra cenere che penetra tra le tenebre
Tre belve sbrana pecore
Lei era debole, lei era debole
Sputava sangue tra le tante macerie
Mangiava vertebre
Lei era debole lo so per certo, per questo ha scelto
Cinque ragazzini in una camera d'albergo
Il figlio del proprietario disteso sopra al letto
Tira su gli occhi e non respira, poi si sveglia: "Regà cos'è successo?"
Risposte non ci sono, la notte è fonda coi compa
Cavalco l'onda del coraggio, la paura mi sfonda
Usciamo di casa solo per evitar la tomba
Ma nel corpo del mio amico l'anima ancora sosta
Lascia l'impronta
Il corpo va verso moli abbandonati
Ma la cosa immonda è che c'ha gli occhi bianchi e spalancati
Dice ciò che non direbbe, quel volto non gli appartiene
Ce lo trasciniamo via ma ringhia come le iene
L'aria è pesante e pungente, estrai l'ennesimo ago
Troviamo un posto appartato, accanto al lungo lago
Il mio compare da un recinto di sale grosso accerchiato
Si sente spiato e a disagio, legato da dello spago
La paura gli manca e questo è un problema
Non gli è bastato aver quattro fottuti graffi sulla schiena
Lo sguardo ansimante mentre prega, cazzo che scena
L'altro socio che dalla caga sclera, scappa l'anima in pena
Classica fine da film, che sollievo
Noi felici, l'alba, il lago, non so se mi spiego
Torniamo a casa e subito, subito il sorriso ripiego
Perché era fottuta verità il presentimento che avevo

Mio padre mi diceva di andare dai medici
Io scleravo ed urlavo: "Cazzo credici"
Ma io me lo ricorderò per sempre, cazzo sempre
Agosto 2016
Mio padre mi diceva di andare dai medici
Io scleravo ed urlavo: "Cazzo credici"
Ma io me lo ricorderò per sempre, cazzo sempre
Agosto 2016

Nessuno ci salverà è un pensiero fisso, manco il crocifisso
Da quando siam tornati a casa nell'abisso
Prego il Cristo, corro il rischio, pensieri ammutolisco
Mischio lo schifo del male della morte sento il
Andiamo in chiesa, lei non si è arresa, vedo la sagoma li che ci aspetta
L'aria qui non pesa ma la fuori è tesa, come sentito per tutta la sera
Esattamente l'attesa della benedizione del parrocco farlocco, barocco, tarocco
Sono nel letto a sognare di un baratro, cado e mi si chiude in faccia, è una bara bro
Diacono, diacono
Dicci che possiamo andare in stanza, perché la stanchezza è tanta e avanza
Causa titubanza, ti riempie la pancia di caga mica di speranza
Lascio sul tavolo tutti i miei averi, ho paura del diavolo, cazzo che bagolo
Dormo miracolo, le virtù cadono in mezzo a quest'ansia
Pensa essere in quel letto con i butz
Avere il sangue che si ghiaccia come dentro ad un Igloo
Secondo lei minuscoli, abitanti di Lilliput
Trovare una via di uscita, dove? Cazzo! Dimmi tu
Eravamo nel letto, lui disteso con fuori il petto
Su di esso una croce di sale fatta con rispetto
In preda a spasmi il corpo si muoveva, fra non respirava
La mano tremava, la bocca gemeva, zio gli occhi li girava
Frasi in latino e aramaico, nervi a fior di pelle
Il mio fra che vola in alto come appeso a due cordicelle
Lei è qui (Io sono qui) una voce cadaverica
Ciò che vedo e sento supera fisica ed etica ma medita
Perché tutto è finito bene la domenica
E ora sono qui a raccontarvi tutto con la mia metrica
Con la mia metrica (Ah) con la mia metrica (Brr)

Mio padre mi diceva di andare dai medici
Io scleravo ed urlavo: "Cazzo credici"
Ma io me lo ricorderò per sempre, cazzo sempre
Agosto 2016
Mio padre mi diceva di andare dai medici
Io scleravo ed urlavo: "Cazzo credici"
Ma io me lo ricorderò per sempre, cazzo sempre
Agosto 2016



Credits
Writer(s): Nicola Toscano
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