Scale Di Carta

Credo di sapere perché
Sono seduto al pianoforte
E non riesco a smettere
Sotto le dita passa anche la notte
È quello che mi resta di te
Della tua voce, delle tue canzoni
Questa volta però scrivo di me
Ma sfioro i tasti come le tue mani
Non so se è una fortuna
Oppure una prigione
Se vogliamo dire qualcosa
Lo facciamo con una canzone
Ma poi la musica resta
E le parole non si cancellano
Che finisco per farmi male
Facendo in fondo solo quello che amo

Vivere di me
Vivere di tutto quello che non c'è
Vivere di me
Vivere di quello che sembra impossibile
Vivere di me
Vivere di tutto quello che non c'è
Che non c'è

Non l'ho mai notato
Te lo avrei detto
Che da qui, attraverso lo specchio
Si vede la luna sopra il tetto
Allora spengo la luce
Così da farla entrare
E dirle sottovoce
Che, prima o poi, ci vorrei salire
Ma, se mi conosco bene
Soffro di vertigini
E non ho il gusto di rischiare
Senza regole ne limiti
Lassù farei quello che voglio
Anche volare
Ma dopo un minuto
Mi sembrerà normale

Vivere di me
Vivere di tutto quello che non c'è
Vivere di me
Vivere di quello che sembra impossibile
Vivere di me
Vivere di tutto quello che non c'è
Che non c'è

E allora continuerò
Una parola alla volta
Scale di carta
E poi ci salirò
Fino a toccare la luna
Anche se sembra lontana
E, se dovesse chiudersi la finestra
Ci sarebbe solamente più buio
Perché la musica resta
E le parole non si cancellano
Non si cancellano



Credits
Writer(s): Filippo Viel
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