La quiete prima della tempesta
Ci sono attimi precisi come battiti
Non abbatterti fidati e rilassati
E' venuto il malumore
M'ha portato al malore
Nello scrigno
C'ho messo il cuore
Parto come musica finisco come tutto
Canto con la luna nera vestita da lutto
Se la rosa avesse il frutto
Se il bello vincesse sul brutto
Non mi frega del successo
Voglio esprimere me stesso
Non mi basta fare sesso
Per non essere depresso
La morte in casa mia mi giudica
La diagnosi è follia
Tra luce ed oscurità
Nel mezzo la penombra
L'arte non si compra
L'arte non ha prezzo
L'arte non è forma
Vive dentro me dentro te in una tomba
Muore con la Vergogna
Voglio lasciare un segno ma non facendo un Goal
Aprendo i vostri cuori con la chiave di Sol
La musica è fatta per ballare quindi balla
Sta cassa è fatta per suonare quindi manda sto disco
Un po' tekno un po' hip-hop
Un po' fresco un po' hot non arriverà al top
Ma se piacerà anche ad un solo di voi per me non sarà un flop
Vi voglio bene
Polva
Passi lenti a ritmo, quattro di mattina
Il rumore sul pavimento coperto dalla brina
Riecheggia in mezzo ai portici di Via dell'Abbadia
Alternando sbuffi a sorsi al drink che sta gocciolando via
Convivi col rimorso che danneggia il tuo passato
Un'ansia che logora un futuro già sciupato
Rimani taciturno con un bicchiere in mano
Mescolando il tuo lato peggiore dentro questo amaro
E poi pensa a quei giorni, passati impotente in bilico
Fra il letto ed il divano bilanciati da uno stato critico
La disperazione che ti sveglia ogni mattina
L'insonnia che nel letto ti sussura vicina
Ricordi quel giorno, seduti in un silenzio complice?
Un ticchettio nel vuoto di un discorso poco semplice
"Come si fa a reagire, trovare la forza di rialzarsi?
Poiché ció che ho più amato ormai sono ricordi scomparsi"
Che effetto fa, l'inermità carnefice
Negli occhi di chi ti ha insegnato come esser felice
Ritorni al presente, parti bevendo d'un fiato
Che la strada è lunga e al freddo non sei più abituato
Forse racconto storie altrui per scappare dal reale
Forse ciò che vivo non è né degno né razionale
Forse fantasticare mi fa sentire presente
E chi non crede alle storie non sa pianger veramente
Non abbatterti fidati e rilassati
E' venuto il malumore
M'ha portato al malore
Nello scrigno
C'ho messo il cuore
Parto come musica finisco come tutto
Canto con la luna nera vestita da lutto
Se la rosa avesse il frutto
Se il bello vincesse sul brutto
Non mi frega del successo
Voglio esprimere me stesso
Non mi basta fare sesso
Per non essere depresso
La morte in casa mia mi giudica
La diagnosi è follia
Tra luce ed oscurità
Nel mezzo la penombra
L'arte non si compra
L'arte non ha prezzo
L'arte non è forma
Vive dentro me dentro te in una tomba
Muore con la Vergogna
Voglio lasciare un segno ma non facendo un Goal
Aprendo i vostri cuori con la chiave di Sol
La musica è fatta per ballare quindi balla
Sta cassa è fatta per suonare quindi manda sto disco
Un po' tekno un po' hip-hop
Un po' fresco un po' hot non arriverà al top
Ma se piacerà anche ad un solo di voi per me non sarà un flop
Vi voglio bene
Polva
Passi lenti a ritmo, quattro di mattina
Il rumore sul pavimento coperto dalla brina
Riecheggia in mezzo ai portici di Via dell'Abbadia
Alternando sbuffi a sorsi al drink che sta gocciolando via
Convivi col rimorso che danneggia il tuo passato
Un'ansia che logora un futuro già sciupato
Rimani taciturno con un bicchiere in mano
Mescolando il tuo lato peggiore dentro questo amaro
E poi pensa a quei giorni, passati impotente in bilico
Fra il letto ed il divano bilanciati da uno stato critico
La disperazione che ti sveglia ogni mattina
L'insonnia che nel letto ti sussura vicina
Ricordi quel giorno, seduti in un silenzio complice?
Un ticchettio nel vuoto di un discorso poco semplice
"Come si fa a reagire, trovare la forza di rialzarsi?
Poiché ció che ho più amato ormai sono ricordi scomparsi"
Che effetto fa, l'inermità carnefice
Negli occhi di chi ti ha insegnato come esser felice
Ritorni al presente, parti bevendo d'un fiato
Che la strada è lunga e al freddo non sei più abituato
Forse racconto storie altrui per scappare dal reale
Forse ciò che vivo non è né degno né razionale
Forse fantasticare mi fa sentire presente
E chi non crede alle storie non sa pianger veramente
Credits
Writer(s): Filippo Struffi
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