Un Sabato Sera Come Tanti
È un sabato sera come tanti
Sono al Kadie, mi balla Nancy davanti
Il suo corpo nudo e caldo si muove sul palco
Sbavo nell'amaro con qualche fallito a fianco
Siedo al bancone come al solito
Mi si avvicina una strana tipa
È figa e mi sembra insolito
Io sfatto, mi guarda schifata, pensa sia un pazzo
Sì, beh forse ha ragione, non mi frega un cazzo
Mi alzo, madò che confusione
Dimentico la medicina, è un errore
In sta fetida bettola c'è rumore
Non sai quanto cazzo odio le persone
Devo uscire, dove cazzo è l'uscita
Tutto gira, sul soffitto le mia dita
La gente intorno mi guarda stranita
Come fossero normali, ma per carità
È un sabato sera come tanti
Non fosse per la pioggia che mi tocca e gela gli arti
Mi scorre sulle tempie, aiuta la riflessione
Rintana sguardi indiscreti nelle proprie dimore
Non ho ricordi risalenti a un'ora indietro
Notti silenti, c'è silenzio, mi sento meglio
Riflesso della luna illumina il crocifisso al collo
Averlo è una fortuna, equivale a un fottuto ricordo
Dell'amore di un fratello, è per quello che non crollo
Non mi faccio più un castello, poi mi crolla tutto addosso
Sto cercando di riprendere in mano la mia vita
È come prendere un coltello e giocare a "Cinque Dita"
Sono sempre stato onesto con gli altri, mai con me stesso
Ma stanotte mi sento diverso
Sta città è una baldracca che mi invita a prenderla più volte
È ora di godersi la vita
Sono al Kadie, mi balla Nancy davanti
Il suo corpo nudo e caldo si muove sul palco
Sbavo nell'amaro con qualche fallito a fianco
Siedo al bancone come al solito
Mi si avvicina una strana tipa
È figa e mi sembra insolito
Io sfatto, mi guarda schifata, pensa sia un pazzo
Sì, beh forse ha ragione, non mi frega un cazzo
Mi alzo, madò che confusione
Dimentico la medicina, è un errore
In sta fetida bettola c'è rumore
Non sai quanto cazzo odio le persone
Devo uscire, dove cazzo è l'uscita
Tutto gira, sul soffitto le mia dita
La gente intorno mi guarda stranita
Come fossero normali, ma per carità
È un sabato sera come tanti
Non fosse per la pioggia che mi tocca e gela gli arti
Mi scorre sulle tempie, aiuta la riflessione
Rintana sguardi indiscreti nelle proprie dimore
Non ho ricordi risalenti a un'ora indietro
Notti silenti, c'è silenzio, mi sento meglio
Riflesso della luna illumina il crocifisso al collo
Averlo è una fortuna, equivale a un fottuto ricordo
Dell'amore di un fratello, è per quello che non crollo
Non mi faccio più un castello, poi mi crolla tutto addosso
Sto cercando di riprendere in mano la mia vita
È come prendere un coltello e giocare a "Cinque Dita"
Sono sempre stato onesto con gli altri, mai con me stesso
Ma stanotte mi sento diverso
Sta città è una baldracca che mi invita a prenderla più volte
È ora di godersi la vita
Credits
Writer(s): Fabio Leva
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