Radici (feat. prod. PhilSIde)
Sono fermo conto i battiti
Sono spento non lascio aditi
Sento freddo anche dentro sti abiti
Un palischermo sospinto d'aliti
Di un vento che mi porterà al mio limite
Privato di ogni nota un vuoto di intenzioni liriche
Un cieco anonimato privo di vittorie empiriche
Insipide sensazioni simulanti emozioni insite
Agogno solitudine rifiuto compagnia
Discuto col mio essere tessere d'agonia
Descrivere me stesso attraverso la malattia
Sconfiggere l'eccesso come Davide e Golia
Ma non riesco più a guardarti senza provare impianti
La fine più vicina noi due sempre più distanti
Lacrime di Nettuno piangi e piovono diamanti
Le ultime il mio fallimento vestono di ammanti
Io non ho scritto mica cinquemila versi
Circoscritti circa a cinque o sei argomenti
Difenderò gli umani dagli umani stessi
Vergando glifi sui miei stenti
Mi sento intrepido mi crogiolo nel buio cieco
Perdo il contatto mi distacco dal mondo che spreco
Ho solo il sedici percento ma in fondo ci spero
Poi crollo a terra mentre sento risuonarne l'eco
Strappa quei brandelli della mia anima
Aggrappatici come se fossero tuoi
Messi in rima pagina per pagina
Con le radici che si perdono dentro di noi
Strappa quei brandelli della mia anima
Aggrappatici come se fossero tuoi
Messi in rima pagina per pagina
Con le radici che si perdono dentro di noi
Che forse è proprio colpa mia se rimango sempre da solo
Gli occhi distinguono colori vuoti
Ho perso il senso dell'onore il senso del decoro
Perdendo i sensi tra sti nodi
Spezzo il mio vincolo rime di rosso tingono
Dicono sia il più tipico timido io colliderò
Mi libero da situazioni deleterie
Sangue venefico mi sgorga dalle arterie
Frana
Sovrasta grida lei la mia sfida privarmi di quell'ansia che al buio mi sfibra
Vita meschina quando mi schina quasi incitandomi a staccare quella spina
Vedo bruciare come un faro in ogni scritto
Che seguirò fino al mio prossimo conflitto
Scarse certezze per la vita in cui confido
Confino il tragico del mio individuo
Rimo brivido in corpo
Pongo da parte la mia solitudine
L'ultimo il primo vivido intorno
Scorgerò il nulla nella moltitudine
Lampi che narrano storie affannate
Le mie carni sfamano zanne affamate
Perso a inseguire chimere e ectoplasmi
Respiro miasmi vie aeree ammalate quindi tu
Strappa quei brandelli della mia anima
Aggrappatici come se fossero tuoi
Messi in rima pagina per pagina
Con le radici che si perdono dentro di noi
Strappa quei brandelli della mia anima
Aggrappatici come se fossero tuoi
Messi in rima pagina per pagina
Con le radici che si perdono dentro di noi
Sono spento non lascio aditi
Sento freddo anche dentro sti abiti
Un palischermo sospinto d'aliti
Di un vento che mi porterà al mio limite
Privato di ogni nota un vuoto di intenzioni liriche
Un cieco anonimato privo di vittorie empiriche
Insipide sensazioni simulanti emozioni insite
Agogno solitudine rifiuto compagnia
Discuto col mio essere tessere d'agonia
Descrivere me stesso attraverso la malattia
Sconfiggere l'eccesso come Davide e Golia
Ma non riesco più a guardarti senza provare impianti
La fine più vicina noi due sempre più distanti
Lacrime di Nettuno piangi e piovono diamanti
Le ultime il mio fallimento vestono di ammanti
Io non ho scritto mica cinquemila versi
Circoscritti circa a cinque o sei argomenti
Difenderò gli umani dagli umani stessi
Vergando glifi sui miei stenti
Mi sento intrepido mi crogiolo nel buio cieco
Perdo il contatto mi distacco dal mondo che spreco
Ho solo il sedici percento ma in fondo ci spero
Poi crollo a terra mentre sento risuonarne l'eco
Strappa quei brandelli della mia anima
Aggrappatici come se fossero tuoi
Messi in rima pagina per pagina
Con le radici che si perdono dentro di noi
Strappa quei brandelli della mia anima
Aggrappatici come se fossero tuoi
Messi in rima pagina per pagina
Con le radici che si perdono dentro di noi
Che forse è proprio colpa mia se rimango sempre da solo
Gli occhi distinguono colori vuoti
Ho perso il senso dell'onore il senso del decoro
Perdendo i sensi tra sti nodi
Spezzo il mio vincolo rime di rosso tingono
Dicono sia il più tipico timido io colliderò
Mi libero da situazioni deleterie
Sangue venefico mi sgorga dalle arterie
Frana
Sovrasta grida lei la mia sfida privarmi di quell'ansia che al buio mi sfibra
Vita meschina quando mi schina quasi incitandomi a staccare quella spina
Vedo bruciare come un faro in ogni scritto
Che seguirò fino al mio prossimo conflitto
Scarse certezze per la vita in cui confido
Confino il tragico del mio individuo
Rimo brivido in corpo
Pongo da parte la mia solitudine
L'ultimo il primo vivido intorno
Scorgerò il nulla nella moltitudine
Lampi che narrano storie affannate
Le mie carni sfamano zanne affamate
Perso a inseguire chimere e ectoplasmi
Respiro miasmi vie aeree ammalate quindi tu
Strappa quei brandelli della mia anima
Aggrappatici come se fossero tuoi
Messi in rima pagina per pagina
Con le radici che si perdono dentro di noi
Strappa quei brandelli della mia anima
Aggrappatici come se fossero tuoi
Messi in rima pagina per pagina
Con le radici che si perdono dentro di noi
Credits
Writer(s): Federico Bicchi
Lyrics powered by www.musixmatch.com
Link
© 2024 All rights reserved. Rockol.com S.r.l. Website image policy
Rockol
- Rockol only uses images and photos made available for promotional purposes (“for press use”) by record companies, artist managements and p.r. agencies.
- Said images are used to exert a right to report and a finality of the criticism, in a degraded mode compliant to copyright laws, and exclusively inclosed in our own informative content.
- Only non-exclusive images addressed to newspaper use and, in general, copyright-free are accepted.
- Live photos are published when licensed by photographers whose copyright is quoted.
- Rockol is available to pay the right holder a fair fee should a published image’s author be unknown at the time of publishing.
Feedback
Please immediately report the presence of images possibly not compliant with the above cases so as to quickly verify an improper use: where confirmed, we would immediately proceed to their removal.