Il convitato di pietra
Una stradina di un fitto sentiero
Quante ne ha viste di donne l'austero
Tra bionde e brune son già millettre
Ma nella sua lista mancava carmen
Giorni di fuoco pel povero schiavo
Più dieci più venti scriveva sul libro
Ma un sentore strano rapì quell'ignavo
Incastrato nel folle tumulto dell'eros
Tacette il suo labbro
Passarono notti passarono giorni
Non più serenate né dolci ritorni
Soltanto la strenua e spasmodica voglia
Il suo buon natural volea conquistare
La dea di siviglia
Regina di picche regina di cuori
Sen vaga felice tra spezie e liquori
Travolge la norma divora i cliche
Divora anche il cuore del buon don jose
Gitana cammini senza paura
Sopra quel ciglio con la tua pelle piena di spille è
La legenda dei cuori che amavi
Di quelli spezzati dalle tue pupille
Son circa mille
Leggera un'habanera sopra quel carro
Non batti più un ciglio
Regali fiori e bevi l'assenzio
L'unico modo per alleviare questo silenzio
Strano dopo uno sguardo le voglie e
Gli affanni del buon don giovanni
Si perdono in quegli occhi pieni di inganni
Di smanie e di pianti
Riaffiora nell'uomo il dolore che fu
Uno strazio che aveva vissuto
Un amore profondo spezzato dal male di un orrido quadro
Il sensibile animo ritornò a galla dal fondo del baratro
Trascinando con se
Le sue lacrime
E fu così che il fanciullo tradito
Divenne uomo incrociando
La donna dall'empio destino
Piegando le leggi del libero
Arbitrio ora sconta il martirio è
La storia dell'uomo ferito
Attratto dal suo più crudele nemico
Liberi com'eravamo
Incatenati al palo di un'eterna pena
Liberi come noi siamo al dila
Dei muri di una messa in scena
Nati sotto una cometa nera
Messa li a casaccio da un esteta
Nati per morire liberi
Torniamo in vita per bruciare i limiti dell'attimo
Liberi com'eravamo
Incatenati al palo di un'eterna pena
Liberi come noi siamo al dila
Dei muri di una messa in scena
Nati sotto una cometa nera
Messa lì a casaccio da un esteta
Nati per morire liberi
Torniamo in vita per bruciare i limiti dell'attimo
Quante ne ha viste di donne l'austero
Tra bionde e brune son già millettre
Ma nella sua lista mancava carmen
Giorni di fuoco pel povero schiavo
Più dieci più venti scriveva sul libro
Ma un sentore strano rapì quell'ignavo
Incastrato nel folle tumulto dell'eros
Tacette il suo labbro
Passarono notti passarono giorni
Non più serenate né dolci ritorni
Soltanto la strenua e spasmodica voglia
Il suo buon natural volea conquistare
La dea di siviglia
Regina di picche regina di cuori
Sen vaga felice tra spezie e liquori
Travolge la norma divora i cliche
Divora anche il cuore del buon don jose
Gitana cammini senza paura
Sopra quel ciglio con la tua pelle piena di spille è
La legenda dei cuori che amavi
Di quelli spezzati dalle tue pupille
Son circa mille
Leggera un'habanera sopra quel carro
Non batti più un ciglio
Regali fiori e bevi l'assenzio
L'unico modo per alleviare questo silenzio
Strano dopo uno sguardo le voglie e
Gli affanni del buon don giovanni
Si perdono in quegli occhi pieni di inganni
Di smanie e di pianti
Riaffiora nell'uomo il dolore che fu
Uno strazio che aveva vissuto
Un amore profondo spezzato dal male di un orrido quadro
Il sensibile animo ritornò a galla dal fondo del baratro
Trascinando con se
Le sue lacrime
E fu così che il fanciullo tradito
Divenne uomo incrociando
La donna dall'empio destino
Piegando le leggi del libero
Arbitrio ora sconta il martirio è
La storia dell'uomo ferito
Attratto dal suo più crudele nemico
Liberi com'eravamo
Incatenati al palo di un'eterna pena
Liberi come noi siamo al dila
Dei muri di una messa in scena
Nati sotto una cometa nera
Messa li a casaccio da un esteta
Nati per morire liberi
Torniamo in vita per bruciare i limiti dell'attimo
Liberi com'eravamo
Incatenati al palo di un'eterna pena
Liberi come noi siamo al dila
Dei muri di una messa in scena
Nati sotto una cometa nera
Messa lì a casaccio da un esteta
Nati per morire liberi
Torniamo in vita per bruciare i limiti dell'attimo
Credits
Writer(s): Davide Peroni
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