Lona (Canzone-Prosa)

E poi mi ricordo
Eravamo io, Giulia e Lorenza
E si correva in una strada sabbiosa
E tu ci venivi dietro con indifferenza
Per non farci capire che eri gelosa
Era il giorno in cui mi accorsi del nostro sfacelo
E decisi di starmene un po' da solo

Poi ho vissuto con Giulio
Eravamo della stessa razza
E leggevamo le stesse poesie
Mi piaceva la sua delicata e inquietante dolcezza
E si fondevano bene le nostre malattie
Si cenava alla sera alle nove e piano piano
Con la stessa dolcezza noi ci odiavamo

Piano piano era già diventato
Un rapporto pazzesco
E allora capii che era meglio
Un pastore tedesco

Oh, oh, Lona
Oh, oh, Lona
Oh, oh, Lona
Oh, oh, Lona

È buona la Lona, è un cane perfetto
Mi piace la sua distaccata, elegante fierezza
È un cane di razza, un esemplare stupendo
Se la chiamo risponde ai comandi e si muove di scatto
Ho trovato con lei finalmente un rapporto perfetto

Oh, oh Lona
Oh, oh, Lona

Le apro la bocca per farle un dispetto
Lei reagisce, fa finta di mordermi, ma per giocare
Si fa accarezzare e senza chiedermi niente
Mi sta sempre vicino la Lona vuole solo il mio affetto
Io la chiamo al mattino e lei mi mette le zampe sul letto

Buona Lona, devo uscire un momento
Buona, cosa ci hai da guardare
Torno presto, lo sai, non ti posso portare
Ecco, vedi, sono già tornato
Hai visto Lona, non sono partito
Non fare quella faccia, non guardarmi così
Sono qui

Basta Lona! che cosa ti piglia?
Non lo vedi che mi ami troppo, che mi ami male?
Non è mica normale
Anche se uno non vuole va sempre a finire così
Che ci si assomiglia
Tu sei tutto per me
Sei una madre una moglie una figlia

Ma non vedi come mi hai ridotto
Sono sfinito, mi hai distrutto
Non posso mangiare nel piatto dove mangi tu
Non posso leccarmi i baffi
Rincorrere gatti e farfalle
Adesso ne ho piene le palle, non ne posso più

Lona non mi puoi rimproverare
Sto strisciando, ho imparato ad abbaiare
Non parlo, non rido, non piango
Mi gratto, mi annuso, mi rotolo nel fango
Cammino a quattro zampe, non vedo più il cielo
Comincio a ringhiare, mi è cresciuto anche il pelo

E mangio come un cane e dormo come un cane
E frugo per terra con il muso
E ti odio come un cane
Ti sbrano come un cane
Ti ammazzo come un cane rabbioso
Non ne posso più, non ho più rimorsi
Non ho più pietà
Non m 'importa un cazzo
Ti ammazzo, ti ammazzo, ti ammazzo!

Lona, ma che pensi?
Lona lo sento che pensi a qualcosa
Non sono violento
Non ci ho niente da dimostrare io

Te lo sei inventata tu che ero il padrone, io non sono violento
La dovevi smettere di chiedere, è tutto lì
Chiedere, sempre chiedere
E poi tu chiedi male
È quel chiedere e non chiedere, avere paura

Ferita, ecco, ferita, sempre ferita
Con quegli occhi lì guardala
Non c'è niente di peggio di chi ci resta male
Di tutti i modi di chiedere è il più tremendo
È meglio che uno dica: "voglio, voglio, voglio"
Bau-bau, mica (guaisce)

Fai la vittima, eh?
E quando fai la vittima credi di essere remissiva
E invece sei violenta
Si, sei tu che sei violenta

Perché? La violenza si fa solo col fucile?
E la violenza docile? E la violenza non aggressiva?
La violenza di chi non ce la fa a star sola, non può essere abbandonata
E fa quella faccia lì, quegli occhi lì che conosco a memoria
Che fa finta di dire: "tu puoi far tutto, puoi anche andartene via"
Non è vero, non è vero che esistono due possibilità!
Io ce ne ho una sola!
E questa è violenza!

Non posso andar via perché mi ricatti col tuo dolore assurdo!
Scusa, mi ricatti col tuo grande amore
A me non mi fa niente bene essere amato molto
Almeno così
Dammi retta, appena uno ti ama così scappa
Non è mica gratis

E pensare che c'è chi si lamenta perché non è amato
Ma essere amato allora?
È una cambiale, prima o poi la paghi
Una cambiale a scadenza indeterminata, ma che incombe, un incubo

Mi piacerebbe essere un camionista
Coi vetri tappezzati di cani e di donne
Ma lì, solo lì, per guardarli prima di dormire
Insomma, si fa per dire
No, non ti offendere, Lona, non l'ho detto per te
Certo, certo, se ci avessi avuto un camion ti avrei portato con me

Poi mi ricordo che senza un preciso ricordo
Rivedevo gli amici come un convalescente
Camminando in posto affollato e un po' assurdo
Con la faccia di uno che ne ha passate tante
E il mio orecchio un po' sordo, un po' assente, registrava
Le parole di un amico che mi raccontava

Tutto quello che era successo
Quando non c'ero
Statistica di coppia
Sopravvissuti zero



Credits
Writer(s): Alessandro Luporini, Giorgio Gaberscik
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