A Volte di Notte
A volte di notte puoi fermarti su un muretto
Osservare i punti in cielo o le cicale su un vialetto
Prendere appunti coi gomiti sulla scrivania
O pensare reclinato a come puoi buttarli via
Senza buttare via due o tre anni di studio
Ma la notte (ah la notte) sciacqua via ogni dubbio
Sei più onesto con gli amici, quello sveglio e quello fesso
E a una certa ora se sei sveglio anche con te stesso
A volte di notte puoi lanciare i sassi ai gatti
O metterti a improvvisare sui sedili due letti
Sdraiandoti coi piedi fuori dal finestrino
E lo sguardo perplesso dalle finestre del vicino
E così la macchina diventa una seduta di psicanalisi
Un alibi, per non tornare tra le pareti labili della tua stanza
E in quei momenti più t'accorgi di ciò che ti manca
E cos'era quella tenaglia tra lo sterno e l'anca
Mentre guidavi piano su una strada tra due campi
Col finestrino abbassato, inspirando i tuoi pensieri stanchi
E ti prendeva il panico, la solitudine, la nostalgia
E ti scoprivi a abbandonare il flusso della fantasia
Sognavi, sognavi, la lasciavi correre sull'asfalto
Dimenticavi di attaccare le briglie al carro
E ti toccava rincorrerla col motore in rimbombo
Mentre coi fanali cercavi la scia del ricordo
(Instrumental)
Il ricordo si fermava davanti al cimitero
Coi lumi che sussurravano da dietro il cancello nero
E la strada sembrava dilatarsi all'infinito
E tu non vedevi al di là del tuo stesso dito
"Memento mori" urlavano i muri grigi
E la macchina di rincorrere pensieri felici
Di cercare nelle prime ore mattutine
L'alba nascosta tra i monti e le colline
E la vedevi sorgere dallo specchietto retrovisore
Illuminarti il viso e rinfrescarlo di rose
E ricordarti che a volte, di notte, puoi sentirti solo
Ma solo perché non alzi gli occhi avidi di luce
Al cielo
Osservare i punti in cielo o le cicale su un vialetto
Prendere appunti coi gomiti sulla scrivania
O pensare reclinato a come puoi buttarli via
Senza buttare via due o tre anni di studio
Ma la notte (ah la notte) sciacqua via ogni dubbio
Sei più onesto con gli amici, quello sveglio e quello fesso
E a una certa ora se sei sveglio anche con te stesso
A volte di notte puoi lanciare i sassi ai gatti
O metterti a improvvisare sui sedili due letti
Sdraiandoti coi piedi fuori dal finestrino
E lo sguardo perplesso dalle finestre del vicino
E così la macchina diventa una seduta di psicanalisi
Un alibi, per non tornare tra le pareti labili della tua stanza
E in quei momenti più t'accorgi di ciò che ti manca
E cos'era quella tenaglia tra lo sterno e l'anca
Mentre guidavi piano su una strada tra due campi
Col finestrino abbassato, inspirando i tuoi pensieri stanchi
E ti prendeva il panico, la solitudine, la nostalgia
E ti scoprivi a abbandonare il flusso della fantasia
Sognavi, sognavi, la lasciavi correre sull'asfalto
Dimenticavi di attaccare le briglie al carro
E ti toccava rincorrerla col motore in rimbombo
Mentre coi fanali cercavi la scia del ricordo
(Instrumental)
Il ricordo si fermava davanti al cimitero
Coi lumi che sussurravano da dietro il cancello nero
E la strada sembrava dilatarsi all'infinito
E tu non vedevi al di là del tuo stesso dito
"Memento mori" urlavano i muri grigi
E la macchina di rincorrere pensieri felici
Di cercare nelle prime ore mattutine
L'alba nascosta tra i monti e le colline
E la vedevi sorgere dallo specchietto retrovisore
Illuminarti il viso e rinfrescarlo di rose
E ricordarti che a volte, di notte, puoi sentirti solo
Ma solo perché non alzi gli occhi avidi di luce
Al cielo
Credits
Writer(s): David Berardi, Francesco Buffoli, Mattia Scolari, Youssef Bouriga
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