Mara

Quando la luce grande della discoteca
Come il Giudizio Universale
Su ogni cosa si abbatteva
Stanando fuori culi bassi, culi grassi, seni sgonfi
E tutto ciò che un po' nell'ombra si imboscava
In te accendeva un culo splendido
E un seno così turgido
Che mi vien voglia di ballarci sopra
Lo sguardo verde malinconico
Le labbra rosso panico
Mi chiedo perché balli così sola
Saran le mani, quelle mani
Quante cose che le mani
A volte sanno raccontar di una persona
Le tue dicevano tantissimo e purtroppo non tacevano
Che non sei sempre stata una signora

Gli occhi degli altri ce li hai dentro come specchi
Gli occhi coi quali ti rassetti
Prima di uscire di casa
Mara correva nella casa degli specchi
E non sapeva che a fissarli
Ti fan perdere la strada
E quei riflessi che ti stringono
Pian piano ti costringono
Dentro la pelle di un'altra persona
Ma quei martelli non ti salvano
Quei vetri non si spaccano
Continuano a specchiarti un'altra cosa
Ma con le mani, con le mani
Quanti seni disegnavi
Quando il vapore ti appannava un po' quei vetri
Mara disegna con un bisturi i riflessi
Perché comincino a seguirla
Anche dopo che si è specchiata

Quando la luce grande al centro s'accendeva
Mara copriva con le mani
Il pomo al centro della gola
Non dare ascolto a quei sussurri
Dei signori sullo sfondo
Che si chiedono se hai ancora la sorpresa
Quelli hanno vite che non scelgono
Mogli che non amano
E ridono di chi ha scelto qualcosa
Belli silenti sulle cose più importanti
E poi si esprimono
Su ciò che ognuno fa con la sua fava
E Mara balla a ritmo
E lei non si preoccupa
Del vuoto che c'ha intorno in quella sala
Mara corregge con un bisturi i tuoi occhi
Perché comincino a vederla come in fondo si vedeva



Credits
Writer(s): Paolo Bandirali
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