Don Carlo: "Tu che le vanità"

Tu che le vanità conoscesti del mondo
E godi nell'avel il riposo profondo,
Se ancor si piange in cielo,
piangi sul mio dolor,
E porta il pianto mio al trono del Signor.
Carlo qui dee venir!

Carlo qui verrà... sì che parta e scordi omai
A Posa di vegliar sui giorni suoi giurai.
Ei segua il suo destin, la gloria il traccierà.
Per me, la mia giornata a sera è giunta già!

O Francia, nobil suol, sì caro ai miei verd'anni!
Fontainebleau! ver voi schiude il pensiero i vanni.
Giuro eterno d'amor là Dio da me ascoltò,
E quest'eternità un giorno sol durò.

Tra voi, vaghi giardin di questa terra ibéra,
Se Carlo ancor dovrà fermare i passi a sera,
Che le zolle, i ruscel', i fonti, i boschi, i fior,
Con le loro armonie cantino il nostro amor.

Addio, addio, bei sogni d'ôr, illusion perduta!
Il nodo si spezzò, la luce è fatta muta!
Addio, addio verd'anni, ancor! cedendo al duol crudel,
Il core, il core ha un sol desir: la pace dell'avel!

Tu che le vanità conoscesti del mondo
E godi nell'avel d'un riposo profondo,
Se ancor si piange in cielo, piangi sul mio dolor,
E il tuo col pianto mio reca appié del Signor.
E il tuo col pianto mio reca appié del Signor.
col pianto mio reca appié del Signor.

Se ancor si piange
si piange in cielo,
e il pianto tuo reca appié del Signor.



Credits
Writer(s): Giuseppe Verdi, Luciano Petazzoni, Ursula Gunther
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