Il primo e l'ultimo

Se, se, se Enz Benz

La prima volta che ho giocato a guardie e ladri
Il ruolo non l'ho scelto,
Il fato sussurrava all'orecchio
E poi gli sguardi dei padri sembrava sapessero
E ancora non capisco perché non piansero
Mi ricordo: le fughe dalle volante, mia madre e i suoi pianti, mio padre con le parole fra i denti,
Gli inquirenti, le loro facce, gli agenti e mi rivedo mio padre con le parole fra i denti
Il fatto è che impari dopo la prima volta come un bambino che tocca il fuoco e si scotta
Conosco il dolce perché ho conosciuto l'amaro, dove non basta l'abbraccio di madre a darti riparo
Poi i ricordi si frammentano, le certezze non sono più tali
E ti sembrano illusioni di quando eri bambino
Vita pura e le parole tagliano mentre le affilo
Zio prendo e servo solo chi è vicino
L'impianto sordo è l'immagine del tuo destino
Non basta dire ce l'ho se il cielo non si apre
La pioggia è il pianto della gente che assetate
Vi vedo attoniti quando cito ste trame
Della pietà io non so che farmene
Verso inchiostro sui tagli della censura, e la parola si tatua sopra la carne

Rit. X 2
Ogni giorno mi sveglio come fosse il primo
ogni notte lascia il segno come a Caino
Il mio destino mi segna e mi insegna
a stare al mondo fino all'ultimo giorno

A volte è come stare in ginocchio davanti all'altare mentre ti chiedi se stia ad ascoltare
Col dubbio che ti assale, sarà che l'odio pesa uguale dove l'amore ti porta ad agire
Nel cuore niente che possa inibire, niente
Troppo il dolore per riuscire a dormire la gente
Non riesce ad agire ma è brava a criticare
Senza conoscere le prove che infliggi in quartiere
E quando giri in cerca di una svolta ogni volta che menti a te stesso dicendo che è l'ultima volta
E il tg con l'intervista nel blocco quando senti dire "Non capisco era un bravo ragazzo"
T'hanno visto crescere e no ti conoscono
Solo perché troppo impegnati per vederti all'angolo
Ma quale dialogo? No non ti ascoltano Diavolo è come vivere dentro un monologo
Del resto è come stare chiuso in te stesso
Come un barbone che cerca calore nel cartone
Lo sguardo fisso nel vuoto perso
Di chi ha perso tutto e dorme all'aperto
Pance gonfie parlano di te tramutando pietà dai telegiornali ai bordi della città
Cita fatti e non nomi prati la schiena, educazione non si parla con la bocca piena
C'è chi vive all'ombra del parla parla che in strada fa i numeri sperando di svoltarla
E sera che madama non lo prenda chi ha orecchie intenda non ci sono numeri su questa agenda.

Rit. X 2

E' il primo e l'ultimo.per chi la piange e la vive dal giorno zero.



Credits
Writer(s): Luigi Florio, Vincenzo De Cesare
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