Macchina maccheronica

Prologo Scusate, miei cari simili
O Pubblico disattento
Da solo io mi presento:
Sono il Prologo, e molto dipende da me
Vengo su questa piazza
Ma vere storie da cantare non ne ho
Ho un repertorio di parole
Segnetti, smorfie, scarti della Varietà
E i suoni sghembi di quest'orchestrina
Son digiuni di gastronomia
(sensi, significati scarnificati nelle salse e nei purè)

Scongiuti

La piega del tempo complica
Le pieghe del continente
Ma al centro del nostro atlante
Ogni nome è comunque una pietra parlante
Corno, cornetto di corallo
Non farci perdere la chiave dei comò
Di questa rivieraccia
Di questa freccia sopra la masera e
Dell'orlo rosso delle lampadine
Intorno al Sacro Cuore di Gesù
Piangete, cartoline
Coi vostri auguri, salutissimi e cucù

Algoritmo

La Macchina Maccheronica
È un torchio masticatore
Ha un morso ch'è traditore
Ma il suo cuore innocente vuol bene alla gente
La gente prenda i suoni
Se no presempio un bel presepio — perché no?
Con tanto di violini
Coi mandolini e coi tamburi di lamé
Si chiami musica o letteratura
Tanta di paura non ne fa
Questa maestra elementare
Persa nel suo grembiale a quadri bianchi e blu

Note

Masera: in dialetto sarzanese questo è il nome dei muretti a secco
che sostengono le strisce di terreno collinare e permettono la
coltivazione della vigna e dell'ulivo.
In generale, masera "mucchio di sassi, di macerie"



Credits
Writer(s): Umberto Fiori, Carlo De Martini
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