Dal diario di un tagliatore di pietre (Canzone dell'amnesia)

Per quanto grande sia il sognatore
Io so che il suo sogno è sempre più grande di lui
E di ogni altro che pretenda di vedere
Solo chi cessa di sognare può ben chiamarsi sveglio
Il mondo materiale non è che uno scenario
Sul quale proiettare intrichi di illusioni
Di idee precostituite chiamandole opinioni
Anche i sensi sono proni, sotto le nostre impressioni

Ora, supponi che ogni memoria in te
Svanisca in un oblio che lasci liberi
Cervello e cuore di vagare solo sull'attimo
Ed ecco, si dispiegano altri mondi
Senza più doppi fondi di forme eterne e pure
Nella materia inerte, compresse e già racchiuse
Come le pietre dure, di cui so ordinar la luce
Secondo schemi modulari e universali, geometrie fondamentali

Ma il prezzo a tutto ciò
Lo smarrimento in cui riprecipito
Di attimo in attimo

Così dal canto mio, già mi accontenterei
Di riconnettere le scarse fila che
Ricondurrebbero alla mia identità
Uscire da un'amnesia mortale
Che ad ogni nuovo passo spalanca un nuovo abisso
Costretto a reinventare sempre nuove sorgenti
Ai flussi esistenziali le cui scure correnti sprofondano a ogni istante
Sono uno sciame di esistenze già scordate appena nate



Credits
Writer(s): Diego Banchero
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