La canzone del laureato

Dedicata agli studenti e ai lavoratori precari
Unitevi tutti, ripeto, unitevi tutti
Questa è la canzone del laureato

Un quarto di vita passato a studiare
Per diventare Anonimo dottore
Avrei preferito una laurea ad honorem
In canti ed in vino mio caro signore

Ed ora che sono benvenuto tra la gente
Educato a studiare come solo dovere
L'unico posto a cui posso aspirare
È un lavoro al call center e chi me lo fa fare
E chi me lo fa fare?

Questa vita non è vita, e se mi volessi sposare?
Dovrei fare un mutuo ma non ho le credenziali
Chi può dare quattrini a un'esistenza precaria?
Lo diceva Pasolini certa vita è miseria

Un quarto di vita passato a studiare
Per diventare Anonimo dottore
Avrei preferito una laurea ad honorem
In canti ed in vino mio caro signore

La mia generazione non ha perso
Perché tuttavia non ha mai vinto

Figlia di Dante caduta nel limbo
Un nonno per cantante lo abbiamo solo noi
Lo abbiamo solo noi, che ci svegliamo alla mattina presto
E abbiamo perso il lavoro

Come posso al mattino guardarmi allo specchio
Pensare ad un figlio, sentirmi più vecchio
No, non è una scusa ma una preoccupazione
Di chi ha già un domani senza pensione
Senza pensione

E tu cara amica anche tu laureata
Figlia di madre di un fu '68
Chi ti consiglia ti dice di darla
Al primo colluso di un padre corrotto

Eppure esisteva un sogno diverso
Ma in qualche modo qualcuno l'ha perso
Se ora ripenso a mio nonno partigiano
Che nostalgia per quel mondo lontano (bella ciao)

Mamma perdona queste mie parole
Mi sono laureato ed ora sono dottore
Avrò il diritto di rivendicare
La mia dignità con slancio ed amore

Eppure se provo ad alzar la voce
A mettermi in piazza con gesti di pace
Non faccio notizia e per la velina
Buco lo schermo se rompo una vetrina

Ma ora non siamo in pochi a pensare
Che qui c'è un Paese da ricostruire
Per il mio futuro, per il tuo avvenire
Basta parole, mettiamoci insieme
Per il mio futuro, per il tuo avvenire
La laurea non serve, ora serve il badile

E a picconate buttiamo giù il muro
Dell'ignoranza, dell'inequità
Figli di Berlino, non ci ferma nessuno
Amici, c'è in gioco la libertà

E a picconate buttiamo giù il muro
Dell'ignoranza, dell'inequità
Figli di Berlino, non ci ferma nessuno
Avanti, c'è posto che adesso si va

Così adesso provo a camminare
Dopo un quarto di vita passato a studiare
Muovo i miei passi per non morire
È mio il futuro, è mio l'avvenire
Muoviamo i passi per non morire
È nostro il futuro e la libertà
Zan zan



Credits
Writer(s): Stefano Florio, Luca Bassanese
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