Storie abbandonate

Resto steso ancora qualche istante
nel magazzino di 'ste storie vivide
per trattenere a forza nell'iride
l'eco delle nuvole accidentali
rotolare sui formicai occidentali e ridere
degli oceani pacifici che sembran china nera
di me stesso di un corpo celeste compromesso e scrivere...
Queste storie abbandonate
come I cantieri ai bordi dei quartieri
siamo cresciuti in disordine come queste periferie torbide
di cui azzardo una parafrasi
tra carezze più gelide di un Forse,
negli schermi all'asma
carenze e rispettivi anestetici
prima d'uscire scatto l'ultima istantanea
alla mia stanza, che caos
Ruggine, fogli e foglie ovunque sillabe ruvide Rugiada
residui di noi sui fondi di caffè
la strada che porta al porto di mestre
che il vento porti tutto via con sé Lascio aperte le finestre
e queste parentesi chiuse assieme alle piazze
con la pressione bassa e l'espressione grigia
sfollate con gli idranti ad acqua ragia
metto nella valigia la traduzione in storte rime e note sporche
di questa antologia di antistorie e parto
consapevole che ai piani Alti braccano l'algoritmo del sorriso
per fotocopiarci e noi ogni giorno vendiamo loro l'ombra
per un posto comodo tra gli ingranaggi
scrivo una tempesta affinché Gli cada il cielo in testa,
CHE GLI CADA IL CIELO IN TESTA
Cresciuti mentre l'impero del tutto si mostra in tutto il suo vuoto
che bastano due specchi per inscenare l'infinito,
storie edificate tra i magazzini di rimozione dei forse
d'Amor per scherzo Basso&grave quasi a 40hz,
e di cabine telefoniche in Via d'estinzione...
storie di fobie da contraccettivi, intercettazioni e cimici,
e foibe negli sterni
siamo periferie da mille e due botte, con troppe tre di notte
e solo mezzogiorno, è solo mezzogiorno
ancora sveglio ed è
solo mezzogiorno
È una storia che parla di mille storie
che narrano del nostro tutto e del vostro niente
tutto questo è Disturbati Dalla CUiete
e altre storie delle periferie Arrugginite –



Credits
Writer(s): Davide Tantulli
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