Lettera a Rose
Ogni storia si compone di molti inizi
e a volte quelli decisivi
accadono lungo il cammino.
Il vero inizio della storia di Soltanto
è in rue Saint Jean,
nel centro storico di Lione,
Francia.
Viaggiavo ormai da settimane:
autostop,
strada,
tenda
e ancora autostop,
solo.
L'euforia legata alla partenza
si stava piano piano spegnendo,
lasciando spazio ai fantasmi:
"E' davvero la strada giusta?"
- mi chiedevo -
"O sto semplicemente perdendo un sacco di tempo
dietro ad una chitarra,
qualche spicciolo
ed uno stupido sogno,
in queste strade sconosciute d'Europa?"
Il tempo si dilatava,
le giornate si facevano ovattate,
ricordo che ci fu un giorno in particolare in cui tutta quella tristezza venne fuori,
sentivo il tarlo crescere
continuamente,
ossessivamente
e quel giorno più che mai
sentì il bisogno fortissimo di andare a suonare in strada
per provare a liberarmi di quei demoni.
Ed eccomi lì,
in rue Saint Jean
pronto ad intonare la mia preghiera,
"Please, please, please let me get what I want"
degli Smiths
Che dice:
"Non mi capita di avere un sogno da molto,
moltissimo tempo,
ho avuto così poca fortuna nella vita
che al posto mio
un uomo buono si sarebbe trasformato in cattivo
ed allora per favore, per favore, per favore,
per una volta, una volta soltanto nella mia vita
lasciate che io possa ricevere quello che desidero.
Il Signore lo sa,
sarebbe la prima volta."
Cantando queste parole da lontano scorgo una bimba,
la vedo ancora adesso incrociare i miei occhi
e di punto in bianco tirare la giacchetta della mamma
per potersi fermare ad ascoltarmi.
Eccola che mi guarda,
ancora,
è allora che si lascia andare al sorriso più semplice, puro e sincero che io abbia mai visto,
di quei sorrisi che avrebbero riempito anche il cuore più cupo e nero della città.
La canzone finisce e lei con mamma e fratellini mi si avvicina per farmi una domanda:
"Posso abbracciarti?"
Il tempo si fermò
e d'improvviso tutto si fece chiaro,
la felicità non è solo sorrisi e pace dei sensi
ma è anche, e soprattutto, poter condividere se stessi
nei giorni di sole ed in quelli di pioggia,
liberamente
ed io riesco a farlo solo con la musica.
Ecco perché non avrei mai smesso di suonare in strada,
tutta la fatica che avevo fatto per raccontare i miei stati d'animo
quel giorno smise di schiacciarmi
perché quel giorno trovai le ali
e cominciai a volare
sicuro di meritare l'affetto delle persone che avrebbero voluto donarmene.
Buona vita piccola Rose,
ovunque sei.
e a volte quelli decisivi
accadono lungo il cammino.
Il vero inizio della storia di Soltanto
è in rue Saint Jean,
nel centro storico di Lione,
Francia.
Viaggiavo ormai da settimane:
autostop,
strada,
tenda
e ancora autostop,
solo.
L'euforia legata alla partenza
si stava piano piano spegnendo,
lasciando spazio ai fantasmi:
"E' davvero la strada giusta?"
- mi chiedevo -
"O sto semplicemente perdendo un sacco di tempo
dietro ad una chitarra,
qualche spicciolo
ed uno stupido sogno,
in queste strade sconosciute d'Europa?"
Il tempo si dilatava,
le giornate si facevano ovattate,
ricordo che ci fu un giorno in particolare in cui tutta quella tristezza venne fuori,
sentivo il tarlo crescere
continuamente,
ossessivamente
e quel giorno più che mai
sentì il bisogno fortissimo di andare a suonare in strada
per provare a liberarmi di quei demoni.
Ed eccomi lì,
in rue Saint Jean
pronto ad intonare la mia preghiera,
"Please, please, please let me get what I want"
degli Smiths
Che dice:
"Non mi capita di avere un sogno da molto,
moltissimo tempo,
ho avuto così poca fortuna nella vita
che al posto mio
un uomo buono si sarebbe trasformato in cattivo
ed allora per favore, per favore, per favore,
per una volta, una volta soltanto nella mia vita
lasciate che io possa ricevere quello che desidero.
Il Signore lo sa,
sarebbe la prima volta."
Cantando queste parole da lontano scorgo una bimba,
la vedo ancora adesso incrociare i miei occhi
e di punto in bianco tirare la giacchetta della mamma
per potersi fermare ad ascoltarmi.
Eccola che mi guarda,
ancora,
è allora che si lascia andare al sorriso più semplice, puro e sincero che io abbia mai visto,
di quei sorrisi che avrebbero riempito anche il cuore più cupo e nero della città.
La canzone finisce e lei con mamma e fratellini mi si avvicina per farmi una domanda:
"Posso abbracciarti?"
Il tempo si fermò
e d'improvviso tutto si fece chiaro,
la felicità non è solo sorrisi e pace dei sensi
ma è anche, e soprattutto, poter condividere se stessi
nei giorni di sole ed in quelli di pioggia,
liberamente
ed io riesco a farlo solo con la musica.
Ecco perché non avrei mai smesso di suonare in strada,
tutta la fatica che avevo fatto per raccontare i miei stati d'animo
quel giorno smise di schiacciarmi
perché quel giorno trovai le ali
e cominciai a volare
sicuro di meritare l'affetto delle persone che avrebbero voluto donarmene.
Buona vita piccola Rose,
ovunque sei.
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