Canzone Delle Osterie Di Fuori Porta (1996 Digital Remaster)
Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta
Ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta
Qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore
E insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore
Cadon come foglie o gli ubriachi sulle strade che hanno scelto
Delle rabbie antiche non rimane che una frase o qualche gesto
Non so se scusano il passato per giovinezza o per errore
Non so se ancora desto in loro, se m'incontrano per forza, la curiosità o il timore
Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino
Le carte poi il caffè della stazione per neutralizzare il vino
Ma non ho scuse da portare, non dico più d'esser poeta
Non ho utopie da realizzare, stare a letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta
Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina
Ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima
Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio
Il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perché è storia, sarà forse perché invecchio
Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte
Son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte
Dimmi se son da lapidare se mi nascondo sempre più
Ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu
Sono più famoso che in quel tempo quando tu mi conoscevi
Non più amici, ho un pubblico che ascolta le canzoni in cui credevi
E forse ridono di me, ma in fondo ho la coscienza pura
Non rider tu se dico questo, ride chi ha nel cuore l'odio e nella mente la paura
Ma non devi credere che questo abbia cambiato la mia vita
È una cosa piccola di ieri che domani è già finita
Son sempre qui a vivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta
Ho dalla gloria quel che posso, cioè qualcosa che andrà presto, quasi come i soldi in tasca
Non lo crederesti ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura
Non perché metterò la testa a posto, ma per noia o per paura
Non passo notti disperate su quel che ho fatto o quel che ho avuto
Le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto
Ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta
Qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore
E insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore
Cadon come foglie o gli ubriachi sulle strade che hanno scelto
Delle rabbie antiche non rimane che una frase o qualche gesto
Non so se scusano il passato per giovinezza o per errore
Non so se ancora desto in loro, se m'incontrano per forza, la curiosità o il timore
Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino
Le carte poi il caffè della stazione per neutralizzare il vino
Ma non ho scuse da portare, non dico più d'esser poeta
Non ho utopie da realizzare, stare a letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta
Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina
Ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima
Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio
Il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perché è storia, sarà forse perché invecchio
Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte
Son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte
Dimmi se son da lapidare se mi nascondo sempre più
Ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu
Sono più famoso che in quel tempo quando tu mi conoscevi
Non più amici, ho un pubblico che ascolta le canzoni in cui credevi
E forse ridono di me, ma in fondo ho la coscienza pura
Non rider tu se dico questo, ride chi ha nel cuore l'odio e nella mente la paura
Ma non devi credere che questo abbia cambiato la mia vita
È una cosa piccola di ieri che domani è già finita
Son sempre qui a vivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta
Ho dalla gloria quel che posso, cioè qualcosa che andrà presto, quasi come i soldi in tasca
Non lo crederesti ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura
Non perché metterò la testa a posto, ma per noia o per paura
Non passo notti disperate su quel che ho fatto o quel che ho avuto
Le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto
Credits
Writer(s): Francesco Guccini
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