Il ruolo del calabrone
Volami lontano
Fammi camminare mano nella mano con il mio cadavere
Con uno sciame nella testa
Per evadere da un carcere di gente limpida come pozzanghere
Nell'era delle telecamere che nelle camerette
Mirano chi non connette più
Da quando si vuole solo connettere
Mi tiro fuori dal letto con più dolori del giovane Werther
E metto lettere in fila per tirare fuori
Quello che c'ho dentro come fossero un catetere
Che te ne importa
La mia vita è come morta
Giro con un nodo alla gola perenne
Quindi non mi dare corda, ricorda
La via che porta al potere
È una geometria di sette parallele
È la carestia di forze interiori
Non porta riflessioni ma riflettori
Aspetto un'idea, ma la testa è vuota
Sono un gatto a nove code che si morde ogni coda
Volami lontano dato che mi sottovaluto
Perché non temo l'ostacolo ma la mia reazione davanti all'ostacolo
Io prima di cadere mi godevo un panorama da funambolo
Mo incamero la cattiveria, negli incubi mi strangolo
E mi sveglio la mattina con la faccia color Aperol
Vorrei essere un albero per arrivare su, via da quaggiù
Ma con la fortuna che avrei penso che sarei
Solo l'albero del legno della croce di Gesù
Parlami d'amore non mi fare addormentare
Perché non ricordo come fare per dimenticare
Sono a corto di vitalità e di stima
Come chi partecipa alla festa del raccolto e non c'ha manco una cartina
Volevo solo posarmi su un maledetto fiore
Mica mutare in un calabrone
Ma ti metto nella condizione di farmi del male
Perché il mondo è così velenoso che se io lo pungo
Sono io quello che muore
Con l'umore così a terra che non fa rumore quando cade
Cenerò nell'Ade, passatemi le posate
Ma non c'arrivo
Con la fortuna che ho non trovo Caronte, ma Schettino
Preferisco l'inferno, al bimbo che è in me
Che mi sta mangiando dall'interno
Ho un talento particolare per rovinare talenti
E fare componimenti di note dolenti
Di notte, quando l'amore è più assordante
Ma chi si mette nei panni degli altri muore in mutande
Lo devo ammettere
Penso così tanto che mi dimentico di riflettere
Ho detto dottore mi sento solo
Lui m'ha detto che mi sono finalmente reso conto del fatto di essere nato
Il resoconto è che mi sono rasserenato
E sono arrivato a capire che la vita va bene così pure coi lati critici
E per combattere l'agitazione scommetto le palle che anche il Dalai Lama
Ha un cassetto d'ansiolitici
Fammi camminare mano nella mano con il mio cadavere
Con uno sciame nella testa
Per evadere da un carcere di gente limpida come pozzanghere
Nell'era delle telecamere che nelle camerette
Mirano chi non connette più
Da quando si vuole solo connettere
Mi tiro fuori dal letto con più dolori del giovane Werther
E metto lettere in fila per tirare fuori
Quello che c'ho dentro come fossero un catetere
Che te ne importa
La mia vita è come morta
Giro con un nodo alla gola perenne
Quindi non mi dare corda, ricorda
La via che porta al potere
È una geometria di sette parallele
È la carestia di forze interiori
Non porta riflessioni ma riflettori
Aspetto un'idea, ma la testa è vuota
Sono un gatto a nove code che si morde ogni coda
Volami lontano dato che mi sottovaluto
Perché non temo l'ostacolo ma la mia reazione davanti all'ostacolo
Io prima di cadere mi godevo un panorama da funambolo
Mo incamero la cattiveria, negli incubi mi strangolo
E mi sveglio la mattina con la faccia color Aperol
Vorrei essere un albero per arrivare su, via da quaggiù
Ma con la fortuna che avrei penso che sarei
Solo l'albero del legno della croce di Gesù
Parlami d'amore non mi fare addormentare
Perché non ricordo come fare per dimenticare
Sono a corto di vitalità e di stima
Come chi partecipa alla festa del raccolto e non c'ha manco una cartina
Volevo solo posarmi su un maledetto fiore
Mica mutare in un calabrone
Ma ti metto nella condizione di farmi del male
Perché il mondo è così velenoso che se io lo pungo
Sono io quello che muore
Con l'umore così a terra che non fa rumore quando cade
Cenerò nell'Ade, passatemi le posate
Ma non c'arrivo
Con la fortuna che ho non trovo Caronte, ma Schettino
Preferisco l'inferno, al bimbo che è in me
Che mi sta mangiando dall'interno
Ho un talento particolare per rovinare talenti
E fare componimenti di note dolenti
Di notte, quando l'amore è più assordante
Ma chi si mette nei panni degli altri muore in mutande
Lo devo ammettere
Penso così tanto che mi dimentico di riflettere
Ho detto dottore mi sento solo
Lui m'ha detto che mi sono finalmente reso conto del fatto di essere nato
Il resoconto è che mi sono rasserenato
E sono arrivato a capire che la vita va bene così pure coi lati critici
E per combattere l'agitazione scommetto le palle che anche il Dalai Lama
Ha un cassetto d'ansiolitici
Credits
Writer(s): Public Domain, Skuba Libre
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