Musica ribelle

(testo e musica di Eugenio Finardi)

Anna ha diciotto anni e si sente tanto sola
ha la faccia triste e non dice una parola
tanto è sicura che nessuno capirebbe
e anche se capisse di certo la tradirebbe

e la sera in camera prima di dormire
legge di amori e di tutte le avventure
dentro nei libri che qualcun altro scrive,
che sogna la notte, ma che di giorno poi non vive

e ascolta la sua cara radio per sentire
un po' di buonsenso da voci piene di calore
e le strofe languide di tutti quei cantanti
con le facce da bambini e con i loro cuori infranti

ma da qualche tempo è difficile scappare
c'è qualcosa nell'aria che non si può ignorare
è dolce, ma forte e non ti molla mai
è un'onda che cresce e ti segue ovunque vai...

E' la musica, è la musica ribelle
che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle
che ti dice di uscire, che ti urla di cambiare
di mollare le menate e di mettersi a lottare

Marco di dischi lui fa la collezione
e conosce a memoria ogni nuova formazione,
e intanto sogna, di andare in California
o alle porte del cosmo, che stanno su in Germania

dice: "qua da noi in fondo la musica non è male,
quello che non regge sono solo le parole".
Ma poi le ritrova ogni volta che va fuori
dentro i manifesti o scritte sopra i muri...

E' la musica, è la musica ribelle
che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle
che ti dice di uscire, che ti urla di cambiare
di mollare le menate e di metterti a lottare.



Credits
Writer(s): Eugenio Gustavo Finardi
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