Andrea Chenier: "Un dì all'azzurro spazio"

Un dì all'azzurro spazio
Guardai profondo
E ai prati colmi di viole
Pioveva loro il sole
E folgorava d'oro il mondo
Parea la terra un immane tesor
E a lei serviva di scrigno il firmamento

Su dalla terra a la mia fronte
Veniva una carezza viva, un bacio
Gridai vinto d'amor
T'amo tu che mi baci
Divinamente bella, o patria mia!

E volli pien d'amore pregar!
Varcai d'una chiesa la soglia
Là un prete ne le nicchie
Dei santi e della Vergine
Accumulava doni
E al sordo orecchio
Un tremulo vegliardo
Invano chiedeva pane
E invano stendea la mano!

Varcai degli abituri l'uscio
Un uom vi calunniava
Bestemmiando il suolo
Che l'erario a pena sazia
E contro a Dio scagliava
E contro agli uomini
Le lagrime dei figli

In cotanta miseria
La patrizia prole che fa?

Sol l'occhio vostro
Esprime umanamente qui
Un guardo di pietà
Ond'io guardato ho a voi
Si come a un angelo
E dissi: Ecco la bellezza della vita!

Ma, poi, a le vostre parole
Un novello dolor m'ha colto in pieno petto
O giovinetta bella
D'un poeta non disprezzate il detto
Udite! Non conoscete amor

Amor, divino dono, non lo schernir
Del mondo anima e vita è l'Amor!



Credits
Writer(s): Umberto Giordano
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