La concordia de' pianeti: XI. Recit. Marte, Apollo, Diana e Venere - Se tanto ottien laggiù

Se tanto ottien laggiù l'egregia donna
Lieta a bastanza ella ne sia
Virtute di quanto a lei si dee vassi contenta
E se più vuol, con il peccar d'orgoglio
Cessa d'esser virtute, abbia la bella
Fra l'eroine il primo grado e 'l primo
Infra le belle onde la terra è adorna

Giusto di Cintia è 'l voto, immago altera
Resti colà del bel divino e in essa
Vegga l'occhio mortal, come in idea
Ciò che torbido e fral mirar non puote

Non mi oppongo, ma ch'essa a' suoi applausi
Pretenda d'impegnar le sfere e gli astri
E a quel di Citerea suo merto adegui
Marte nol soffrirà quando ella ottenga
Di poter gareggiar con la mia diva
Vorrà farsi maggior, so quale è 'l fasto
Della mortal bellezza
La seduce l'applauso, amor l'incanta
E l'inganna il piacer, sì che in brev'ora
Sovrumana si crede e tal si vanta



Credits
Writer(s): Antonio Caldara
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