La concordia de' pianeti: VII. Recit. Giove, Venere, Diana e Mercurio - Ben sovente

Ben sovente più bella
Nel modesto giacinto è l'innocenza
Nella grata viola è l'umiltade
Che il fasto nella rosa
E l'insidia crudel delle sue spine

Tu pur, mio genitor, scemi i miei pregi?

Ceda in chi regna alla ragion l'affetto
Da noi si oda Mercurio ed a quel nome
Se degno esso ne fia
Benché terren, dia pregio il cielo e lode

Facciasi. Udianne i vanti
Ma si agguagli, se vuole, a Citerea
A Diana potrallo?

Potrallo anche a Diana
E forse, ov'io ne dica il nome appunto
Vincer potrà, non che uguagliarne il merto

T'esponi a gran cimento. Io, che son nume
Nel cielo, nella terra e negli abissi
Io delle caste ninfe amor primiero
Io terror delle belve e onor dei boschi
Io sull'are temuta e ne' miei templi
Vinta sarò da lei che non è dea?
Da lei che qual terrena
Tanto è dal ciel, tanto è da me lontana?
Nell'opre ella mi siegua
E tal s'innalzi a pareggiar Diana



Credits
Writer(s): Antonio Caldara
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