La concordia de' pianeti: 19. Recit. Venere e Giove - Qual se improvisa face

Qual se improvvisa face
Squarcia l'ombre talvolta e le dilegua
Tutti lascia veder gli oggetti intorno
Tal di quel nome il lampo
Scorger mi fa tutto di Elisa il merto

Vedilo e in un l'ammira
Assai del tuo maggior. Te la fortuna
Qui fece dea; lei sua natia virtude
Non sol nel soglio augusto
Ma in ogni cor fa gloriosa e grande

Ben lo previdi allor che la bell'alma
Scendendo ad abbellir l'egregie membra
Passò vicino a me. D'immensa luce
Cinta la vidi, e colma; e in quel momento
Le Grazie mie seguaci
Invaghite di quella e del suo lume
Rubelle a me, la seguitaro e ancora
Stanno intorno ad Elisa. Io di lor priva
Mi veggo ancor. Ma che? Basta a mia gloria
L'esser madre d'Amore e l'esser diva



Credits
Writer(s): Antonio Caldara
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