Il cantico dei matti

Noi siamo quelli che chiamano matti
Nella notte vaghiamo distratti
Pecore nere di ogni famiglia
Noi giochiamo soltanto con chi ci somiglia
Non fa paura la notte più nera
Inseguiamo la nostra chimera
Siamo viandanti, sognatori
Quelli che i benpensanti chiamano errori

Sembriamo un popolo di mendicanti
Basta niente per essere contenti
Mano tesa a voi passanti
Non chiediamo monete, ma sogni in contanti
Bimbi tirati da padri impauriti
Perché guardano a noi incuriositi
"Devi scordarli, disprezzarli
Possono metterti in testa strani tarli"

Ma gli ideali non chiedono tanto
Basta niente che scoppiano in canto
Un cantuccio per germinare
E adolescenze inquiete per farli sbocciare
Son come perle le nostre parole
Crescono e splendono intorno a un dolore
Intorno a sabbia di clessidra
Mentre scandisce i secondi sbeffeggia la vita

Noi siamo quelli che chiamano matti
Nella notte sappiamo orientarci
Stella polare da seguire
E una luna d'avorio che sta per sparire
Che quando è piena sbadiglia assonnata
Che se è a spicchio si culla beata
Brilla per tutti, come trofeo
E se vuoi ti accompagna nel viaggio a Morfeo

Noi siamo quelli che piacciono ai gatti
Al mattino arriviamo disfatti
Noi siamo artisti, sognatori
Quelli che i benpensanti chiamano errori



Credits
Writer(s): Oscar Avogadro, Bianca D'aponte
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