Disconnetti Il Potere

Ma che r'è stu?
Potere, potere, potere, potere, potere
Potere, potere, potere

Fiumi di parole, torrenti di eventi
Che lenti insidiano le menti delle genti
Rendendole impotenti, sterili e incoscienti
Come salici piangenti in mezzo al turbine dei venti
E questa è la realtà: unica, tragica
Storica, priva di retorica, figlia dell'America
Isterica discarica di oniriche illusioni
Che ci appaiono paradisi, ma che invece son gironi
Infernali, di emozioni artificiali
Dove lacrime di gioia e di dolore sono uguali
Banali, formali, sagome piatte, bidimensionali
Quinte di un teatro permanente
Di un circo di fenomeni formato dalla gente
Secondo quella logica appresa dai latini
Che il pane e gli spettacoli ci rendono agnellini
Miti, passivi, inoffensivi
Privi del bisogno d'accertarci d'esser vivi
Siamo cani sperimentali di Pavlov
La cui salivazione vien dalla televisione
Controllata, manipolata, pianificata
Secondo il palinsesto che prevede la giornata
Comincia dal mattino, fino alla sera
L'isterico pigiare delle dita sopra alla tastiera
Del telecomando, scettro esecrando
Ora accelerando, ora rallentando
È lui che ci comanda in questa sarabanda
D'opinioni di fantocci: basta scegliere la banda
UHF, VHE, che occasioni di beffe ce ne sono a bizzeffe
Basta! Ribellarsi è un dovere
Disconnetti il potere

A questo punto lei potrà osservare che con i rumori tutto va bene
Ma quale effetto fa l'ascolto della musica?



Credits
Writer(s): Francesco Di Gesu'
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