Hancock 96
Attorno a un tavolo
all'ultimo piano
stasera beviamo
alla faccia di chi ci deve i quattrini
alla faccia di quelli a cui li dobbiamo
a questo mondo spietato
che non non accetta più cambiali
né pagherò
né pagherei
né la vecchia e cara stretta di mano
Stasera però beviamo
Abbiamo un tavolo prenotato da Hob
da Sable
da Sax
da Weegee's
da Louie
da Wit
e infine quassù in alto
all'ultimo piano
E tra un cocktail e l'altro
un discorso accennato
teniamo in ordine i conti
le entrate
le uscite
le spese
i risparmi
i diritti ceduti
le royalty accumulate
per poi realizzare che i dividendi non bastano
a prenotare una stanza per più di una notte all'Allerton Plaza
Ma stasera mi sento fortunato vestito tutto di blu
in tasca ho un dente di bimba che una sera d'estate è caduto a mia figlia
tiene lontane le ombre
tiene lontano il passato
tiene lontana la gente che chiama alle dieci di sera
in cerca di conforto
una parola buona
una rima che non stona
un'apparizione a Roma
Stasera però, dico, sono a posto così
perciò all'incrocio mi sporgo
e faccio segno al tassista di accostare a sinistra
e una volta sceso apro il portafogli
e conto quello resta
dopo la cena
la mancia
e dodici cocktail Martini
Allora convinco Wendy ad aprire il suo
di pelle pregiata
cucito a mano da un artigiano di fama
"Un dollaro al ragazzo", dico
"un dollaro alla madre,
un dollaro anche al reduce dell'Iraq, Wendy,
che canta Presley e le canzoni di Natale"
Quassù mi metto a guardare le luci giù in fondo alla strada
il punto dove tutto finisce, dove la gente si spara
il bus lì non ferma
il mondo lì non prende
l'autista lì non scende
Ha i parenti in Polonia
la moglie di Praga
e una figlia già grande che studia fisica o storia all'università di Germania
Il barman invece qui si allarma
ha una riga sul volto
lo sguardo sconvolto
mentre fissa la macchina del ghiaccio che gira a vuoto
Gli è caduta una lacrima, confessa, dentro a un Daikiri
chi la trova è pregato di restituirgli i sospiri
C'è una luce che inganna a quest'ora del giorno
al 96° piano della torre più alta del mondo
il giallo sembra oro
il verde sembra smalto
il rosso s'accende di colpo come fosse un semaforo
Si storce un po' il mondo adesso
s'alzato il vento
quando d'un tratto mi guardo di nuovo le tasche e realizzo contento
che non ho più una lira
che ho perso anche i buoni
il dente di mia figlia
e il biglietto per il concerto del Reverendo Joy
Ma è l'ora di andare
di chiedere il conto
che giro a Wendy e al suo portafoglio
quindi annuncio rivolto alla sala
"Signori, è stato bello
ma la notte è finita
mettiamoci in fila
e cominciamo a scendere
i delusi in coda
e le signore davanti"
all'ultimo piano
stasera beviamo
alla faccia di chi ci deve i quattrini
alla faccia di quelli a cui li dobbiamo
a questo mondo spietato
che non non accetta più cambiali
né pagherò
né pagherei
né la vecchia e cara stretta di mano
Stasera però beviamo
Abbiamo un tavolo prenotato da Hob
da Sable
da Sax
da Weegee's
da Louie
da Wit
e infine quassù in alto
all'ultimo piano
E tra un cocktail e l'altro
un discorso accennato
teniamo in ordine i conti
le entrate
le uscite
le spese
i risparmi
i diritti ceduti
le royalty accumulate
per poi realizzare che i dividendi non bastano
a prenotare una stanza per più di una notte all'Allerton Plaza
Ma stasera mi sento fortunato vestito tutto di blu
in tasca ho un dente di bimba che una sera d'estate è caduto a mia figlia
tiene lontane le ombre
tiene lontano il passato
tiene lontana la gente che chiama alle dieci di sera
in cerca di conforto
una parola buona
una rima che non stona
un'apparizione a Roma
Stasera però, dico, sono a posto così
perciò all'incrocio mi sporgo
e faccio segno al tassista di accostare a sinistra
e una volta sceso apro il portafogli
e conto quello resta
dopo la cena
la mancia
e dodici cocktail Martini
Allora convinco Wendy ad aprire il suo
di pelle pregiata
cucito a mano da un artigiano di fama
"Un dollaro al ragazzo", dico
"un dollaro alla madre,
un dollaro anche al reduce dell'Iraq, Wendy,
che canta Presley e le canzoni di Natale"
Quassù mi metto a guardare le luci giù in fondo alla strada
il punto dove tutto finisce, dove la gente si spara
il bus lì non ferma
il mondo lì non prende
l'autista lì non scende
Ha i parenti in Polonia
la moglie di Praga
e una figlia già grande che studia fisica o storia all'università di Germania
Il barman invece qui si allarma
ha una riga sul volto
lo sguardo sconvolto
mentre fissa la macchina del ghiaccio che gira a vuoto
Gli è caduta una lacrima, confessa, dentro a un Daikiri
chi la trova è pregato di restituirgli i sospiri
C'è una luce che inganna a quest'ora del giorno
al 96° piano della torre più alta del mondo
il giallo sembra oro
il verde sembra smalto
il rosso s'accende di colpo come fosse un semaforo
Si storce un po' il mondo adesso
s'alzato il vento
quando d'un tratto mi guardo di nuovo le tasche e realizzo contento
che non ho più una lira
che ho perso anche i buoni
il dente di mia figlia
e il biglietto per il concerto del Reverendo Joy
Ma è l'ora di andare
di chiedere il conto
che giro a Wendy e al suo portafoglio
quindi annuncio rivolto alla sala
"Signori, è stato bello
ma la notte è finita
mettiamoci in fila
e cominciamo a scendere
i delusi in coda
e le signore davanti"
Credits
Writer(s): Emidio Clementi, Marco Caldera
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