Io mi chiamo G (prosa)

-Io mi chiamo G
-Io mi chiamo G
- No, non hai capito, sono io che mi chiamo G.
- No, sei tu che non hai capito, mi chiamo G anch'io.

- Il mio papà è molto importante.
- Il mio papà... no.

- Il mio papà è forte, sano e intelligente.
- Il mio papà è debole, malaticcio... e un po' scemo.

-Il mio papà tra le aule parla perfettamente cinque lingue
- Il mio papà ha fatto la terza elementare e parla in dialetto. Ma poco, perché tartaglia.

- Io sono figlio unico e vivo in una grande casa con diciotto locali spaziosi.
- Io vivo in una casa piccola, praticamente un locale... però c'ho 18 fratelli.

- Il mio papà guadagna 31 miliardi al mese che diviso 31 che sono i giorni che ci sono in un mese, fa un miliardo al giorno.
- Il mio papà guadagna 10.000 lire al mese che diviso 31 che sono i giorni che ci sono in un mese fa 10.000 lire al giorno! ...il primo giorno. Poi dopo basta.

- Noi siamo ricchi ma democratici. Quando giochiamo a tombola segniamo i numeri con i fagioli.
- Noi, invece, segniamo i fagioli con i numeri. Per non perderli.

- Il mio papà è così ricco che cambia ogni anno la macchina, la villa e il motoscafo.
- Il mio papà è così povero che non cambia nemmeno idea.

- Il mio papà un giorno mi ha portato sulla collina e mi ha detto: Guarda! Tutto quello che vedi un giorno sarà tuo.
- Anche il mio papà un giorno mi ha portato sulla collina e mi ha detto: guarda! Basta.



Credits
Writer(s): Giorgio Gaberscik
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